Tolti dai cassetti, fatti oggetto di verifica e di analisi minuziosa, i dati
sul buono scuola lombardo danno la misura esatta di una grande ingiustizia.
Di più, svelano un vero e proprio inganno.
Le erogazioni di risorse - 58 miliardi di lire - sono a senso unico. Ne beneficiano
per il 98,7% le famiglie con più alto reddito che mandano i propri
figli alle scuole private. Soltanto l'1,3% dei finanziamenti va ad un'infima
minoranza di studenti, seicento, che frequentano le scuole pubbliche. Sono
dati che non si prestano a molte interpretazioni, e mandano clamorosamente
all'aria il castello di ipocrisie con cui si è tentato di coprire uno
sconcio.
Messi di fronte a questi dati, esponenti di primo piano di Forza Italia non
hanno trovato di meglio che accusare la sinistra di aver disincentivato gli
studenti delle scuole statali dal presentare le domande. Politicantismo da
strapazzo. In realtà le non poche domande di ammissione al buono da
parte di famiglie che mandano i propri figli alle scuole pubbliche sono state
falcidiate dal meccanismo di erogazione dei contributi, fatto su misura per
le scuole private. Non solo. Scartabellando le domande e i redditi dichiarati
(fatti salvi gli evasori fiscali, alcun i dei quali si dicono nulla tenenti
pur permettendosi il ricorso alle scuole private), risulta che la maggior
parte di finanziamenti va alle fasce di reddito medio-alte.
Si arriva a un paradosso davvero intollerabile: i maggiori beneficiari del
buono scuola sono i ricchi, collocati nelle fasce di reddito più alte.
Sono infatti 11.107 i beneficiari, in rappresentanza dell'un per cento della
popolazione scolastica, ad assorbire un finanziamento che è superiore
a quanto la Regione Lombardia ha stanziato per il diritto allo studio: ovvero
15 miliardi di lire, cifra di per sé irrisoria in quanto copre solo
l'1,5% delle erogazioni dei Comuni destinate ai circa un milione di studenti
lombardi. Di questi ultimi, 25 mila che frequentano le scuole dell'obbligo
vivono in condizioni di disagio e sono a rischio di abbandono scolastico.
Qual è la risposta che viene data loro? Nessuna. I soldi sono per
i ricchi e i garantiti. Altro che misura "a favore della generalità
dei cittadini, sostegno alle famiglie in disagiate condizioni economiche,,!
Altro che Parità scolastica! Quello di Formigoni è un attacco
forsennato alla scuola pubblica per far posto a istituti privati creati per
esigenze private, di profitto, di censo, di tendenza confessionale o ideologica.
Un attacco politico palesemente anticostituzionale, ma che tale non può
essere dichiarato perché il governo Berlusconi ha vergognosamente deciso
di ritirare il ricorso alla Corte Costituzionale avviato dal governo Amato.
In Lombardia come in Italia, il centrodestra spadroneggia con identica arroganza
anti istituzionale.
Il buono scuola, in violazione dei più elementari principi di uguaglianza,
è una prebenda a copertura delle rette per le scuole private. Peggio
ancora. Siamo di fronte ad una distribuzione delle risorse fondata su una
rigida discriminazione classista, ai danni dei più deboli e della maggioranza
dei cittadini. Questa è la verità che la maggioranza di centrodestra
non ha il coraggio di ammettere, ma che dopo il nostro lavoro di analisi e
di pubblicazione dei dati non è più nemmeno in grado di smentire.
Denunciando questo imbroglio, ci prepariamo a rilanciare la battaglia politica
in Lombardia. A livello istituzionale, in vista del passaggio in aula del
provvedimento riguardante l'anno 2001. Nelle scuole e nella società,
impegnandoci a costruire iniziative di controinformazione e di movimento.
Il nostro obiettivo è quello di costruire un ampio e consapevole fronte
di opposizione alla politica scolastica classista del centrodestra, capace
di mettere in crisi il blocco politico guidato da Formigoni.