La parola "culo" e' d'origine indoeuropea ed e' entrata nella nostra lingua attraverso il latino "culum" che e' attestato nel suo significato di "deretano" fin dal 1300, o come "fondo d'un recipiente o d'un oggetto" fin dal 1571 (1)
E' un termine che ha dato origine a numerose espressioni
Nel Nord Italia "culo", ma anche l'accrescitivo "culattone", indica il gay, con l'uso di una forte sine'ddoche (che nomina una parte, in questo caso il culo, appunto, per il tutto, cioe' l'uomo omosessuale). Oppure possiamo definirlo un traslato, una metoni'mia: una figura retorica che consiste nell'usare, invece del termine che gli sarebbe piu' proprio, un altro che, comunque, abbia con il primo un riferimento logico. Percio', invece di parlare di un uomo che usa l'ano nei suoi rapporti sessuali, si parla direttamente del suo organo. Appunto, il culo.
Cosi', avere un bel culo, per un ragazzo, era indizio di una vita piu' facile, piu' fortunata dei propri coetanei
Che i giovani fossero piuttosto ricercati da adulti non necessariamente omosessuali (un po' com'era avvenuto nell'Antica Grecia), e' dimostrato anche dal proverbio che io stesso sentivo ripetere dai vecchi di Testaccio (sposati e con figli), un popolare quartiere romano, quand'ero ragazzino: "carne de maschietto, carne de capretto"! Anche su quest'altra parte del corpo umano, la genialita' di Giuseppe Gioacchino Belli si e' scatenata, dando vita al sonetto Pijjate e CCapate, cioe', Prendete e Scegliete.
Pe nnun di' cculo, ppo'i di chiappe, ano,
Preterito, furello, chitarrino,
Patume, conveggnenze, siggnorino (6),
Mela, soffietto, e Rrocca-Canterano (7).
Di' ttafanario, culeggio-romano(8),
Piazza-culonna (9), Culiseo (10), cusscino,
La porta der cortile, er perzichino (11),
Bbomme' (12), frullo, frullone (13) e dderetano.
Faccia de dietro, porton de trapasso,
Er cularcio (14), li cuarti (15), er fiocco, er tonno (16),
E ll'orgheno, e 'r trommone, e 'r contrabbasso.
E cc'e' cchi lluna-piena l'ha cchiamato,
Nacch'e ppacche (17), sedere, mappamonno,
Cocommero, sescesso (18), e vviscinato (19).
1. ) In un testo di Benvenuto Cellini, riportato da Cortellazzo-Zolli, Vol. I, pag. 305
2. ) Paolo Zolli, Le Parole Dialettali, Rizzoli, Milano 1986, pag. 96
3. ) Valentino De Carlo, Er Gran Libro de la Parolaccia, Meravigli, Vimercate 1992, pag. 52
4. ) Anonimo, I Proverbi Romanesschi, Grandmelo', Roma 1996, pag. 30
5. ) Pino Carciotto - Giorgio Roberti, L'Anima de li Mottacci nostri, Piazza Ed., Torino 1982, pag. 50
6. ) Nome prediletto dalle monache
7. ) Paese dello Stato romano: equivoco di monticello, da ca'ntero
8. ) Collegio romano
9. ) Piazza Colonna
10. ) Colosseo, detto veramente da' plebei di Roma er Culiseo
11. ) Piccola pe'rsica (cioe' pesca, nda)
12. ) Abbombato
13. ) E' noto strumento da abburattare che si vede nell'impresa della Crusca col motto "Il piu' bel fior ne coglie"
14. ) Specie di taglio di macelleria di bestia grossa presso l'ano. Termine dei macellai che indica un taglio di carne dei quarti posteriori... si chiama pure culaccio
15. ) Propriamente delle carni macellate
16. ) Il tondo
17. ) Pacche... in napoletano vuol dire natiche, e a Roma in traslato si dice comunemente delle meta' delle frutta, dei carciofi spaccati in due
18. ) Secesso (cioe', l'evacuazione o l'interno del corpo umano, nda)
19. ) Allorche' un ano e' enorme, si dice: "Pare un vicinato".