Tornano i casini. Tutto sarà "come prima"

L'importante è che non si veda

L'importante è che non si veda, che le strade siano ripulite, che le apparenze siano salve. Non importa se poi, nei bordelli al chiuso, lo sfruttamento della prostituzione sarà più forte e irraggiungibile di prima. Con il disegno di legge che istituisce, dopo 44 anni dalla legge Merlin, il reato di prostituzione, il governo Berlusconi compie un altro capolavoro autoritario, il prezzo più alto del quale verrà pagato proprio dai soggetti più deboli, quelle persone cioè che vendono il proprio corpo per necessità, ricatto o disperazione. Al di là di qualsiasi ipocrisia o mistificazione, dopo anni che se ne parla, bisogna ammettere che qualsiasi ipotesi che miri a cancellare la prostituzione di strada serve solo a rendere ancora più difficile la vita della prostituta.

Anche ai tempi delle case chiuse, quando le ragazze lavoravano "a cottimo" all'interno delle case, la prostituzione di strada non è mai stata debellata, perché la legge del mercato porta necessariamente lì. Il governo e i predicatori benpensanti diranno di volerlo fare per il bene delle prostitute e dei loro clienti, che saranno maggiormente tutelati dal punto di vista sanitario e sottratti ai tanti rischi della strada. Ma la verità è che, di questi tempi, sulla strada ci stanno proprio i soggetti più deboli, coloro che per essere aiutati hanno bisogno di essere visibili e raggiungibili. Se vuoi mandare una unità di strada per informare le tante straniere che si prostituiscono delle (poche) opportunità di cui dispongono in materia sanitaria o altro, o per offrire loro qualsiasi aiuto, lo puoi fare se queste sono per strada. Voglio vedere chi potrà o vorrà tentare di raggiungere gli appartamenti in cui si farà sesso a pagamento. Se vuoi tentare di spezzare le catene della criminalità organizzata, quella che tiene sotto ricatto e sfrutta il lavoro delle prostitute, lo puoi fare meglio se questa è costretta a mostrarsi, senza godere dei privilegi offerti dalla clandestinità. Davvero qualcuno pensa di interrompere un traffico di persone con relativo sfruttamento della prostituzione, risalendo attraverso appartamenti e condomini, sperando che qualcuno parli?

Nel disegno di legge del governo si cancella il reato di favoreggiamento: da anni le organizzazioni delle prostitute lo chiedevano, perché questo reato è l'alibi per albergatori e affittuari per raddoppiare o triplicare il prezzo di una stanza, e a volte motivo per qualche solerte poliziotto per farsi pagare in cambio del silenzio. Oggi si cancella perché la prostituzione può essere praticata esclusivamente all'interno, ma deve esserci il parere favorevole del condominio. Siamo certi che tutti quegli stucchevoli cittadini inquisitori che hanno in questi anni organizzato comitati contro la prostituzione (salvo poi usufruirne da clienti una volta che l'oscurità diventava loro complice) ora saranno entusiasti e accorreranno generosi a offrire la loro collaborazione per garantire che negli statuti dei condomini si preveda la possibilità di fare sesso a pagamento negli appartamenti; Berlusconi potrà così mantenere la parola data agli italiani di ripulire le strade da barboni, immigrati, prostitute/i. Persino la "tolleranza zero" del sindaco di New York avrebbe qualcosa da imparare. O, forse, più realisticamente, ci sarà qualcuno, qualcuno con tanti soldi e una potente organizzazione, che potrà permettersi di comprare interi condomini e prevedere al loro interno tanti piccoli bordelli. Appunto, la macchina della criminalità si rafforzerà, ma noi non lo sapremo, non lo vedremo. A meno che qualche "pentita" non collabori, aiutando lo Stato (che diversamente, si sa, non sa come fare) a beccare i suoi aguzzini.

Rifondazione comunista ha da tempo depositato alla Camera una proposta di legge di opposta filosofia, tesa cioè a rendere tutto trasparente. La prostituzione si mostra per quella che è, la città, attraverso istituzioni e organizzazioni varie, offre strumenti di conoscenza e dialoga con "le lucciole" per individuare insieme zone territoriali e strumenti per meglio garantire una attività che crei minori disagi alla popolazione e meno rischi per coloro che lavorano per strada: l'esperienza di Venezia ed altre. Solo così, colpendo clandestinità e sfruttamento, rendendo forti e consapevoli i soggetti in discussione, è possibile favorire la libera scelta dei singoli, e colpire invece le reti di criminalità organizzata. Ma questa volta, oltre a Bossi e Fini, ha dato una mano la ministra Prestigiacomo, e quindi, dopo aver fatto entrare in clandestinità gli immigrati, vogliono garantire le pari opportunità alle immigrate, quindi prostituzione clandestina.

L'importante è che non si veda.

Graziella Mascia
Roma, 22 dicembre 2002
da "Liberazione"