Clima da caccia alle streghe a Seregno

Non ti preoccupare, chiuderemo il Barbarossa...

Come spesso capita, ideologia reazionaria e interessi commerciali vanno d'amore e daccordo.

Il Barbarossa - Seregno

Prima di tutto una precisazione. Questa non è la posizione ufficiale del locale “Il Barbarossa” né della cooperativa Briganzia. Questa è la posizione di infonodo.org e della sua redazione.

Quella che stiamo riassumendo è una vicenda che parte da lontano ma che pare collocarsi perfettamente all'interno di una strategia politica condotta con scrupolosa determinazione dall'attuale amministrazione comunale.

Diciamo “pare” perché in realtà abbiamo la sensazione che questa volta l'aspetto politico non sia l’unico motivo del contendere. Qui vince secondo noi la rete dei favori e delle conoscenze o se preferite il substrato di relazioni che viaggia appena sotto il livello politico, ma pronto a fare capolino ogni qualvolta se ne palesi la necessità.

Il fatto: il sei novembre è stato recapitato un provvedimento ufficiale dell Amministrazione firmato dall assessore Formenti che informa la gestione del Barbarossa che si è attivato un provvedimento amministrativo sulla base di rimostranze del vicinato, delazioni e segnalazioni varie.

Un provvedimento che si inserisce in un trend ostile alla sinistra cittadina, come si evince fin dalla campagna elettorale dove parte dell'attuale maggioranza organizza l'intera campagna elettorale sul “NO” ad un fantomatico centro sociale che sarebbe dovuto sorgere nell'ambito del CRU 18. Un no ribadito a maggioranza insediata che prosegue con il blocco della sede assegnata al centro Sintesi Sociale, con il congelamento di tutte le nuove sedi e si consolida con la recente elaborazione di un nuovo regolamento comunale che sottopone l'erogazione dei contributi comunali previsti per le associazioni ad una selezione basata sull adesione a “valori cristiani” che implicano giocoforza vincoli di conformità e gradimento delle attività alle posizioni della maggioranza.

Infine, dopo aver sottovalutato la gravità della questione “vandali” che imperversa in città da mesi, si cavalca il clima allarmistico generatosi per cercare di chiudere i battenti del Barbarossa. In tempi non sospetti, l'avevamo scritto, proprio su questo portale (leggi) che avrebbero sfruttato l’emergenza sicurezza per colpire chirurgicamente in maniera “politica”. Detto fatto.

Nel provvediemento si dipinge la situazione riguardante il Barbarossa come grave. Ma nei verbali forniti dalla vigilanza non c’è traccia di nessun evento particolare. Non c’è quindi corrispondenza tra ciò che viene imputato e ciò che è stato rilevato, e diciamo “rilevato” perchè di “contestato” non c’è proprio nulla, nemmeno una piccola contravvenzione. Ci domandiamo allora se funzionano così le cose in questa città: accuse infondate non sorrette da prove, fatte da non si sa chi e senza un riscontro oggettivo da parte delle forze dell'ordine sono in grado di far chiudere un'attività commerciale? Oltre al fatto che la responsabilità del Barbarossa per i fatti che avvengono al Pomirolo è tutta da dimostrare, è evidente che i dati oggettivi in mano all'amministrazione sono proprio poca cosa, comunque insufficienti per considerare il pub un problema di ordine pubblico. Bella prova di garantismo da parte del centro destra. Davvero. E bella prova di coerenza per chi dovrebbe spendersi a favore di tutti i commercianti cittadini, anche di quelli che non lo hanno votato.

E allora perché tanto accanimento? Vendetta elettorale? Ricerca di consenso attraverso svariate forme di provocazione ed autoritarismo? Oppure desiderio di rassicurare le attività commerciali del quartiere attraverso un’azione simbolicamente forte anche se ingiusta e immotivata nei fatti? Non lo sappiamo I motivi forse sono molteplici. Di certo, come dicevamo all'inizio, il fatto che il locale si collochi politicamente nell'ambito della sinistra cittadina condiziona pesantemente l’intera questione.

Negli ultimi periodi poi, a partire dal mese di settembre, il controllo sull’attività del Barbarossa si fa pressante. Ma nonostante tutto non viene rinvenuto nulla di irregolare e non viene notificata ai gestori nessun problema inerente l’ordine pubblico. E' evidente che qualcosa non torna, che qualcosa bolle in pentola, tanto che i gestori pensano di chiedere un incontro con l'assessore per capire se c'è qualcosa che non va. Un intuizione che precede di pochissimo l’arrivo dell'intimazione. E quindi? Quindi l'amministrazione decide di procedere con i pochi irrisori elementi che ha in mano, mettendo assieme in modo approssimativo elementi privi di riscontro.

Voci, impressioni, sensazioni.

Immagini sfocate che vanno elaborate con la fantasia di un segaiolo e che non provano nulla. Secondo noi troppo poco se non l’evidente volontà di chiudere il locale al di là dei fatti oggettivi.

Per ora l'unico dato certo è che colpendo il Barbarossa colpiranno la cooperativa Briganzia e i suoi dipendenti, colpiranno la cooperativa Libertà e il partito dei DS provocando tra l'altro un danno economico per decine di migliaia di euro. Tre piccioni con una fava, se vi sembra poco…

Per rispondere all'intimazione la cooperativa Briganzia ha raccolto tutte le prove documentate a proprio sfavore, ottenute formalmente dall'assessorato e dalla vigilanza.

Potremmo andare avanti per un bel po' col citare i tanti episodi che meriterebbero di essere chiariti, assieme ai differenti progetti di cui il Pomirolo è investito. Ristrutturazioni, speculazioni sugli affitti degli appartamenti, progettualità che meriterebbero di essere analizzate con pazienza e trasparenza.

Certo ci sono in ballo interessi e attività commerciali ed economiche che vorrebbero plasmare secondo le loro specifiche necessità un intero quartiere, sacrificando quelle che non rientrano nel loro “disegno”. Ma l’amministrazione deve farsi garante di tutte (e sottolineiamo tutte) le attività commerciali nel rispetto delle regole condivise. Ma a questo punto preferiamo attendere la conferenza stampa che verrà fatta dalle cooperative interessate per presentare la memoria difensiva e avviare il probabile contenzioso legale con l'amministrazione.

Siamo sicuri, ne vedremo delle belle.

Redazione di Infonodo
Seregno, 29 novembre 2006
www.infonodo.org