Le “regole”, applicate contro la parte più debole della società, come pretesto per ottenere risultati politici basati sulla percezione dell'“insicurezza”.

Markó o Sarkó? L'assessore come Sarkozy? Seregno e le politiche delle nuove banlieu.

Marco Formenti, assessore al commercio del comune di Seregno, suggestionato da una sua vaga somiglianza con il presidente Sarkozy, ha smesso di fare l'assessore al commercio e si è messo a fare il piccolo ministro di polizia del comune di Seregno

Il Sarkozy di Seregno

Il Sarkozy di seregno?

Photo by Infonodoinfo

Destra e sinistra, a corto di idee e incapaci di esprimere una visione alta della politica, cercano di raccattare consenso cavalcando forsennatamente la tolleranza zero.
Nella versione aggiornata e più politically correct, che piace ad entrambe, de: “Il rispetto delle regole”.

Parafrasando l'affermazione di Samuel Johnson in cui dice che “il patriottismo è l'ultimo rifugio delle canaglie”, si potrebbe affermare che l'ultimo rifugio di consenso sicuro, per un ceto politico ormai logoro, sia il presentarsi come i garanti del rispetto delle regole.
Ma che cosa significa rispetto delle regole in questa Italia oppressa da una burocrazia sclerotizzata e incomprensibile, con leggi e norme confuse, spesso interpretabili in modo contraddittorio e una pubblica amministrazione vissuta dai cittadini come vessatoria e inutilmente cervellotica? Che cosa significa il rispetto della regole, se dai controlli di Guardia di Finanza, Agenzia delle Entrate, Inps, Asl, Arpa, Carabinieri, Vigili Urbani, ecc. più del 70% della aziende risulta meritevole di sanzioni amministrative? Non basta, per spiegare il fenomeno, dire che quello italiano è un popolo di furbi e furbetti.

Di fatto il risultato di tutto questo è che una larga parte delle attività economiche viene spinta in una zona grigia in cui “il non-rispetto delle regole” è spesso l'unico modo per sopravvivere e, nella zona grigia, società e persone vengono poste alla mercè del funzionario e dell'amministratore di turno.
Un manganello legale che la destra (ma non solo la destra!!!) usa contro gli immigrati.
Ultimi esempi in ordine di tempo le vicende della Chinatown milanese e le norme assurde sui phone center varate dalla giunta regionale lombarda.
E visto che il manganello de “Il rispetto delle regole” funziona così bene contro gli immigrati e per di più ha il pregio di mettere al riparo da accuse di razzismo, un razzismo sempre presente nelle viscere della destra italiana, perchè non usarlo anche contro settori considerati avversi?

Avrà pensato così Marco Formenti, assessore al commercio del comune di Seregno, che, suggestionato da una sua vaga somiglianza con il presidente Sarkozy, ha smesso di fare l'assessore al commercio e si è messo a fare il piccolo ministro di polizia del comune di Seregno, manganellando principalmente i gestori del Barbarossa.

Del resto, se in una società dominata dall'immagine, un qualsiasi imbecille riesce a campare sfruttando la somiglianza con la Regina Elisabetta, Michael Jackson e il principe Carlo, perchè il nostro Formenti non può pensare di fare carriera in politica presentandosi come “l'uomo d'ordine di Seregno”, agevolato in questo dalla sua somiglianza con Sarkozy? Quello della sicurezza sembra essere l'unico argomento di interesse dell'assessore leghista che con dichiarazioni con gli attributi del tipo: “Inutile negare che siamo ai ferri corti coi titolari del locale Barbarossa... se la situazione non migliorerà la decisione sarà drastica e non riguarderà la chiusura anticipata del locale, ma la cessazione dell'attività.” si candida a paladino locale dell'”industria” della sicurezza.

Con l'uso dell’ aggettivo “drastico” si sarà sentito come Mussolini che, dal balcone di piazza Venezia, nell'ora delle decisioni “irrevocabili”, si accingeva a spezzare le reni a mezza Europa.

Minacce di chiusura delle attività commerciali, limiti orari per i locali serali e videosorveglianza: è questo il chiodo fisso del Formenti che riesce a far spendere al comune di Seregno, per le ultime dieci videocamere, ben 230.000 euro.
E tutto questo senza riuscire a produrre una paginetta che giustifichi la scelta di impiegare in tal modo le risorse del Comune.
Un minimo di analisi, invece, sul rapporto costi-benefici andrebbe prodotta, visto che non si tratta di aiutare i bisognosi (a meno che in questa categoria non rientrino i produttori di videocamere), né di un investimento nel sociale.

La polizia municipale di Seregno ha un’esperienza di videosorveglianza ormai più che decennale: dovrà pur avere qualche dato in suo possesso, no? Giusto per fare un esempio: quanti colpevoli di reati sono stati acciuffati in questi anni grazie alle videocamere? E chi se ne frega, risponderà l'assessore, ormai vale la regola Rutelli: quando si parla di sicurezza non è importante la reale entità dei fenomeni criminosi, ma la percezione che ne ha la popolazione.
E’ a questa percezione di insicurezza che i politici sono tenuti a dare risposta.
Così, ormai, sganciate da qualsiasi rapporto con la realtà, le politiche sulla sicurezza possono lievitare e gonfiarsi a dismisura, diventando delle vere miniere d'oro in termini di consenso e di denaro.

Il settore della sicurezza, infatti, da anni a questa parte, ha avuto tassi di crescita eccezionali, superiori addirittura ai tassi di crescita dell'economia cinese.
Aiuterà a mantenere queste performance la giunta Mariani che, nella persona del sindaco, ha proposto di portare fuori dai limiti di contenimento della spesa pubblica, imposti dal governo alle varie municipalità, il settore della sicurezza.
Via da lacci e laccioli economici, sganciata da un doveroso confronto con la realtà, si potrà liberamente far gonfiare la spesa, perchè la sicurezza dei cittadini non ha PREZZO per la nostra amministrazione.

Per inciso, dalle dichiarazioni del sindaco Mariani e dal protagonismo dell'assessore Formenti par di capire che l'”industria” della sicurezza a Seregno è affare della Lega.
Lo stesso si può dire dei lavori pubblici e la gestione del territorio che appartengono a Forza Italia, nella persona del Gavazzi che sembra non poter fare a meno, anche ultimamente, del suo amico Antonino Brambilla (politico pluricondannato all'epoca di Tangentopoli, vedi articolo e oggi assessore all'urbanistica di Desio).
Affare dell'Udc è, invece, l'istruzione, perché, si sa, alla chiesa interessa particolarmente l'istruzione dei giovani e la scuola, ovviamente meglio se privata.
Di An la Protezione Civile che par piccola cosa, ma dà le sue soddisfazioni: se non in un terremoto o in un'alluvione si può sempre sperare nella siccità, a Carate stanno già lavorando in tal senso... Ma tornando alla sicurezza, il 19 aprile i giornali annunciavano l'operazione Sunrise attraverso la quale i carabinieri e la procura di Monza arrestavano i componenti di un'organizzazione vicina alla 'ndrangheta e operante sul territorio brianzolo principalmente nel campo dell'usura e dello spaccio di cocaina.

Tra gli arrestati spiccano i nomi di Salvatore Mancuso residente a Giussano e i fratelli Iamundo residenti l'uno a Cesano Maderno l'altro a Seregno.

Vittime dell'usura piccoli commercianti, ristoratori e imprese edili.
Si sa che attraverso l'usura, le organizzazioni mafiose prendono possesso dell'attività economica della loro vittima che diventa così un facile mezzo per riciclare denaro sporco proveniente da altre attività illecite, come lo spaccio di droga.
Nel caso di ristoranti e bar questi diventano essi stessi luoghi di spaccio di droga, come testimonia l’arresto, nelle scorse settimane, di un barista a Seregno.

Ebbene, che dice l'assessore alle Attività Produttive Marco Formenti, paladino della sicurezza dei cittadini? Che dice a riguardo del pericolo concreto che parte delle attività economiche di Seregno siano o diventino ostaggio della malavita attraverso l'usura, terminali del riciclaggio di denaro sporco e luoghi di spaccio di droga? Nulla! E nulla dicono gli esponenti della giunta di Seregno, sindaco in testa! Troppo occupato, il Formenti, a contrastare l'annosa piaga della musica dal vivo nei locali e ad escogitare nuovi mezzi per ridurre l'orario di apertura dei pub serali, per occuparsi di simili quisquiglie.
Quando c'è da fare la voce grossa il prode Formenti non delude mai, fra l'altro la sua proposta di ridurre l'orario di apertura dei locali avrà il comico effetto collaterale di mettere in difficoltà i lavoratori dei bar che campano vendendo esclusivamente birra, panini e similari, mentre gli altri... gli altri, appunto, hanno le loro “attività economiche” parallele.

Dai giornali, sempre sull'operazione Sunrise, si può leggere questa dichiarazione degli inquirenti: “ Ma ormai la cocaina è la droga di tutti, da reato si è trasformato in vero e proprio fenomeno di massa.
Un fiume che abbraccia l'intera società e anche un vero e proprio lavoro per persone che occupano la loro esistenza spacciando cocaina”.
Gli inquirenti stanno ovviamente parlando della Brianza non del Congo belga.

Circa due mesi fa moriva, presumibilmente per overdose di cocaina una ragazza di ventiquattro anni di Seregno, San Carlo.

Anche in quell'occasione assordante e vergognoso il silenzio della giunta e dell'assessore che è impegnatissimo a elaborare la sua proposta di piazzare al di fuori dei bar degli etilometri, perchè si sa il nemico giurato della gioventù è il vino rosso e come dice proverbio: Bacco, tabacco e venere riducono l'uomo in cenere.

Un effetto non trascurabile di questa rincorsa ossessiva alla sicurezza, alimentata da politici furbacchioni, rincorsa che non sembra placarsi mai indipendentemente da quante videocamere, poliziotti di quartiere, vigili vengono piazzati sul territorio, da quanti soldi vengono spesi, una specie di sol dell'avvenire della sicurezza che non si avvera mai, è la linfa che viene continuamente prodotta e che alimenta la paranoia e l'intolleranza.

Un'intolleranza infinita degno contrappunto della tolleranza zero.
A Seregno sembra che non esista un bar, un locale, un luogo di aggregazione giovanile, aperto dopo la mezzanotte, che non abbia il suo bravo comitato di quartiere che invochi misure repressive e l'intervento delle forze dell'ordine.

In una corsa senza freno alla tolleranza zero o all'intolleranza infinita che ha raggiunto il parossismo ad Erba, dove una coppia di coniugi amanti della pulizia e dell'ordine non hanno esitato a fare a pezzi un bambino di tre anni, la madre, la nonna e altre due persone perchè con gli “schiamazzi” disturbavano la loro quiete.
In questa corsa, per l'appunto senza freno, sembra che a Seregno nessuno riesca più a dormire se non nell'assoluto silenzio cimiteriale.

Eppure non più di trenta anni fa migliaia di operai provenienti da tutta la Brianza si riversavano nelle grandi fabbriche di Sesto, alla Pirelli, all'Autobianchi, alla Snia di Cesano e Varedo per il turno di notte, uscivano alle sei del mattino e andavano a casa a dormire senza pretendere che il resto del mondo si fermasse per non disturbare il loro sonno.
E ancora oggi ci sono persone che lavorano di notte e dormono di giorno sopportando la musica, le risa, le urla dei bambini, i clacson, la vita degli altri.

Ma allora perchè questi riescono a dormire di giorno e gli altri non dormono per i rumori molto più contenuti di una normale attività di un locale serale? Una chiave di interpretazione ce la può fornire il filosofo sloveno Slavoj Zizek:

“Noi imputiamo sempre all'altro un godimento eccessivo: egli vuole sottrarci il nostro godimento e/o ha accesso a qualche segreto perverso godimento.
In breve, ciò che veramente non sopportiamo nell'altro è il modo peculiare in cui organizza il suo godimento, precisamente il surplus, l'”eccesso” che contraddistingue tale modo: l'odore del “loro” cibo, le “loro” canzoni e le “loro” danze rumorose, i “loro” strani modi di fare, il “loro” modo di lavorare”.

Questa accusa di “eccesso” di godimento altrui che viene percepito come un furto di godimento proprio è il tipico meccanismo con cui una maggioranza opprime una minoranza, non importa se questa ultima è etnica o giovanile, i giovani di fatto a Seregno sono una minoranza tanto più percepita come pericolosa e rumorosa quanto più nei fatti è esigua.

Leggendo la lettera pubblicata sui giornali in forma anonima dai residenti di via Leonardo da Vinci tutto questo traspare chiaramente in un misto di deliri paranoici in cui il vero e il falso perdono di significato e tra “motorini che sfrecciano e sosta selvaggia” i selvaggi del Barbarossa “espletano i loro bisogni fisiologici sui muri, suonano i tamburi, si prodigano in urla e schiamazzi, canti di dubbio gusto, epiteti impronunciabili e bestemmie”, prima di lanciarsi all'assalto dei poveri residenti che hanno “la frustrante sensazione di timore di fare spiacevoli incontri rientrando a casa”, con un finale in crescendo di vittimismo grottesco per un pericolo misterioso, terribile ed impronunciabile (uno stupro? Tra le righe sembra quasi invocato…) e una richiesta di aiuto all'autorità: “Domandiamo che coloro di competenza intervengano in maniera drastica, prima che capiti l'irreparabile”.

Che dire? Buonanotte.

Consapevoli o meno questi “utili idioti” alimentano l'idiosincrasia del Formenti per il Barbarossa, dando la stura ad un'aggressione a mezzo stampa completamente immotivata.

Attorno ad alcuni locali, fortemente caratterizzati, unici luoghi di socialità, si crea a volte una comunità fatta di amicizie e relazioni; sarà questa comunità, non solo i gestori del locale, non solo i soci della cooperativa Briganzia, a dover rispondere a questa aggressione a freddo, con la stessa determinazione e forza, ma non necessariamente con gli stessi mezzi, che ha mostrato la comunità cinese a Milano.

Redazione di Infonodo
Seregno, 19 maggio 2007
www.infonodo.org