A trent'anni dall'assassinio di Peppino Impastato.

Lettera a Peppino Impastato

Peppino, in questo disastro dobbiamo riprendere il cammino della lotta per una società più giusta e più libera. Senza inquinamento ambientale, politico e malavitoso. In questo trentesimo anniversario ti voglio dire che andiamo avanti con quei valori in cui tu credevi che sono ancora attuali.

Lapide a Peppino Impastato

Lapide a Peppino Impastato

Caro Peppino,

dopo trent’anni dal tuo assassinio ti scrivo perché la situazione, da come la hai lasciata ad oggi, non solo è peggiorata ma vince nel paese una destra fascista, razzista, affarista e mafiosa che farebbe impallidire la peggior Democrazia Cristiana.

A questo bisogna aggiungere che la Sinistra si è complicata la vita: per ben due volte al governo non ha fatto niente per indebolire l’avversario ma è riuscita a riabilitarlo. Ma non solo.

Nella peggiore logica dell’autoreferenzialità, dell’autosufficienza e del settarismo, la parte più moderata (oggi si chiama PD – ironia della sorte noi si stava in DP) ha preferito correre da sola alle ultime elezioni, spaccando a Sinistra. Il risultato è stato quello di perdere le elezioni e di far sparire la Sinistra di alternativa e comunista, quella più vicino alla nostra storia. Poco male; siamo solo fuori dal Parlamento, ma non dalla società e dalle sue mille contraddizioni.

Ma oggi quel cancro che hai combattuto nel tua meravigliosa Cinisi e nella straordinaria regione si è propagato all’intero paese, con particolare riguardo al nord Italia. Qui al nord imperversa un carcinoma che si chiama Lega Nord. Gente che ha fatto del razzismo e della xenofobia una religione.

Come scritto nelle sacre leggi del mercato capitalistico l’esercito di riserva (ai tempi gli immigrati del meridione oggi dal resto del mondo) diviene la sacca nella quale andare a prendere la mano d’opera a basso costo, a fargli fare i lavori che gli italiani non vogliono fare, per poi tenerli in clandestinità per poterli ricattare. Tenendoli in clandestinità li additano come pericolo per l’ordinamento sociale; ecco su questa sensazione di insicurezza questa Lega Nord ha costruito le sue fortune mettendole a disposizione del resto della destra fascista, affarista criminale.

Così al nord si inseguono i clandestini ma non fanno niente per impedire che ogni giorno le mafie (si Peppino le mafie sono diventate tre: cosa nostra siciliana, ‘ndrangheta calabrese e camorra napoletana) imbottiscono le città di droghe, forniscano le città dei servizi di prostituzione, commercio di materiale contraffatto. I proventi di tutte queste attività finiscono nelle banche che, come lavatrici, ripuliscono il denaro che viene rimesso nel mercato per continuare a sviluppare, sotto attività lecite, l’inconfessabile attività criminale.

La politica sta a guardare ma non solo; non c’è più la commistione fra politica e criminalità. Gli uomini delle mafie, in giacca e cravatta stanno direttamente e comodamente seduti nel Parlamento, nei CdA delle società che contano e da li dirigono direttamente i loro affari. Da circa 16 anni, dopo le stragi nelle quali morirono due valorosi Magistrati, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, con i loro Agenti di scorta, magistrati non ne hanno più ammazzati, ma è avvenuto un fatto: la Magistratura è stata delegittimata. Adesso tutte le volte che magistrato apre un’indagine, indaga un politico o un imprenditore, questi si sente autorizzato a dire che è perseguitato.

Così i Magistrati oggi devono spiegare perché fanno le indagini, quando tutti sanno che le indagini si fanno perché in presenza di un reato. La destra dunque delegittima la Magistratura, e ha introdotto nella legislazione la possibilità del farla franca con leggi obiettivo, falso in bilancio e prescrizioni diffuse. In questo modo i magistrati non hanno più bisogno di eliminarli perché li hanno imbavagliati in maniera incruenta. La sinistra quando governa non solo eccede nella cultura garantista, con indulto generalizzato ma invoca il superamento della cultura dell’ergastolo e del regime di carcere duro per i criminali.

Ecco Peppino ci tocca andare avanti con un pezzo del sistema sociale, politico ed economico andato a male ma che trova linfa vitale nella debolezza di una sinistra che ha smarrito la strada della rappresentanza politica e culturale, della lotta per la parte migliore del paese.

Pensa che siamo messi talmente bene che un comico, che prende milioni di euro all’anno (un operaio se gli va bene perché ha un lavoro fisso, per il quale non muore, ne prende 15.000 lordi) viene osannato in piazza strapiene di gente che lo acclama.

Il comico si chiama Grillo (si come il grillo parlante) e organizza i vaffanculo day. La gente si accalca per firmare e per vaffanculeggiare il politico di turno. Poi vai nel suo negozio virtuale (Blog si chiamano nell’era di internet) si sfogano scrivendo quello che gli pare e comprano il suo materiale che lo fa diventare ricco, ma che non sposta niente nei rapporti di forza nel paese.

Ecco Peppino, in questo disastro dobbiamo riprendere il cammino della lotta per una società più giusta e più libera. Senza inquinamento ambientale, politico e malavitoso. In questo trentesimo anniversario ti voglio dire che andiamo avanti con quei valori in cui tu credevi che sono ancora attuali.

Ci sono voluti tanti anni, una famiglia e una mamma Felicia eccezionali, per ridarti quella dignità che ti era stata tolta dandoti del terrorista. In Sicilia si lotta contro il pizzo e in prima fila ci sono anche le organizzazioni delle imprese; in Calabria c’è un grande movimento di giovani; nel paese non è calata la voglia di legalità e democrazia. Anche per questo ti ringrazio e lo faccio anche a nome di tante/i compagne/i che continuano, nonostante tutto, a camminare eretti.

Ora e Sempre Resistenza Antimafie

La lettera è stata consegnata al fratello di Peppino, Giovanni Impastato, nel corso della manifestazione del 9 maggio 2008 a Cinisi.

Marco Fraceti (segretario del PRC di Monza Circolo “P. Impastato”)
Monza, 5 maggio 2008