Caso Santanché: il rapporto della Questura conferma la provocazione

Chi ha insultato i musulmani chieda ora scusa

Dichiarazione di Luciano Muhlbauer, Capogruppo regionale Prc-Se

Daniela Santanché e Silvio Berlusconi

Riassumiamo i fatti: Daniela Santanché, si è presentata domenica 20 settembre in mezzo a un nugolo di poliziotti ai festeggiamenti di fine Ramadan alla Fabbrica del Vapore di Milano: un nome che indica il tipo di luoghi in cui i lavoratori musulmani che mandano avanti questo paese possono precariamente ritrovarsi.
Per gli appassionati di moda, riferiamo che la signora Daniela Santanchè indossava occhiali Ray-Ban in stile pariolina-anni-Settanta e una mimetica con tanto di stellette.
La signora Daniela Santanchè ha gridato frasi sconnesse contro le donne musulmane presenti e secondo alcuni avrebbe anche cercato di spogliarne qualcuna.
A quanto dicono i media, un signore con il braccio ingessato avrebbe reagito. Cogliamo l'occasione per esprimergli tutta la nostra simpatia e anche la disponibilità a cercare di aiutarlo in caso avesse bisogno di assistenza legale. (Redazionale da http://kelebek.splinder.com/)

Tutti quegli esponenti politici e istituzionali, anche di primissimo piano, che hanno solidarizzato con la provocazione della Santanché di domenica scorsa, dovrebbero chiedere pubblicamente scusa. E non solo alla comunità musulmana, ma a tutti cittadini milanesi.

Il rapporto che la Questura di Milano consegnerà in questi giorni alla Procura della Repubblica conferma infatti che davanti alla “Fabbrica del Vapore”, dove si svolgeva la festa per la fine del Ramadan, Daniela Santanché e i suoi “accompagnatori” hanno messo in atto una vera e propria provocazione, con l’intento di strappare il velo alle donne musulmane. Per quanto riguarda invece la presunta “aggressione” denunciata a gran voce dalla Santanché, mancherebbero tuttora i riscontri concreti.

In fondo, non era certo necessario attendere i rapporti di polizia per capire cos’è davvero successo domenica scorsa. Eppure, pesano come pietre le parole pronunciate quel giorno con leggerezza e superficialità terribili da alte cariche istituzionali. Il Presidente lombardo Formigoni ha parlato di “vile agguato”, e il suo Assessore Maullu di “inaccettabile violenza”. Persino qualche Ministro, dalla lontana Roma, ha sentito il dovere di partecipare al coro. La Gelmini, sentenziando che la ex deputata di AN era stata “aggredita”, e il solitamente più sobrio Frattini, ben oltre i confini del buon gusto, paragonando la Santanché a Sanaa, la ragazza di origini marocchine assassinata dal padre.

Insomma, tutti a difendere il personaggio squalificato che ha inscenato una provocazione ad uso e consumo esclusivamente personale, tutti a scagliare parole pesanti e non veritiere contro i cittadini di fede islamica tout court.

Ebbene, noi pensiamo che non debba e non possa finire a tarallucci e vino. Sui risvolti legali della vicenda non ci esprimiamo e, comunque, sono già in corso le indagini. Ieri è stata presentata anche una denuncia contro Santanché da parte del Centro culturale islamico.

Tuttavia, da un punto di visto politico, e anche etico, riteniamo doveroso che quanti nei giorni scorsi avevano dichiarato e sentenziato con troppa disinvoltura riprendano ora la parola, chiedendo scusa e prendendo chiaramente le distanze dai metodi della Santanché.

Roberto Porta
Milano, 23 settembre 2009