Legge 194

Per la piena applicazione della legge 194 a partire dal rilancio dei Consultori Pubblici

Ordine del Giorno Comitato Direttivo C.d.L.T. Brianza del 29 gennaio 2008 su Legge 194 del 22 maggio 1978

Il Comitato Direttivo della Cgil di Monza e Brianza esprime profonda contrarietà e sdegno per l’inaccettabile attacco cui viene per l’ennesima volta sottoposta la Legge 194 del 22/5/1978.

In questi anni, la legge ha favorito una riduzione oggettiva e significativa delle interruzioni volontarie di gravidanza e la quasi scomparsa della piaga dell’aborto clandestino.

Oggi è in atto una campagna strumentale volta a equiparare la moratoria della pena di morte con una analoga moratoria sull’aborto, equiparazione che respingiamo con forza perché inaccettabile dal punto di vista culturale, in quanto pone sullo stesso piano donne che responsabilmente decidono della propria vita e di quelle a venire, con Stati che si arrogano il diritto di uccidere un essere umano. Si vuole in questo modo, far prevalere una visione morale unilaterale e confessionale, contraddicendo il principio di laicità e autonomia culturale dello Stato e soprattutto togliendo la libertà delle donne alla propria autodeterminazione. La libertà delle donne è indice di libertà per tutti e di democrazia per l’intera società.

La 194 è una legge peraltro non pienamente applicata, in particolar modo nelle norme che prevedono la prevenzione. I consultori familiari pubblici, particolarmente carenti sul territorio, in questi anni hanno registrato un costante impoverimento di risorse, una insufficiente presenza di mediatrici culturali e linguistiche, un incremento rilevante degli obiettori di coscienza, che mettono a repentaglio l’applicazione della legge in diversi servizi e istituzioni, la caduta progressiva dell’impegno educativo in favore della contraccezione, oltre che alla mancata sperimentazione di metodiche alternative alla tradizionale IVG, per rendere meno dolorosa tale pratica. In questo contesto una particolare attenzione va alle donne migranti, prevalentemente in età feconda, per le quali il Consultorio pubblico è spesso l’unica risposta e l’unico sostegno.

Non meno allarmanti sono le “Linee di attuazione operativa della L. 194 nelle strutture sanitarie lombarde” emanata dalla Giunta Regionale Lombarda con delibera del 22/1/2008 da estendere a tutte le strutture pubbliche della regione, che prevedono regole e metodologie restrittive nelle procedure precedenti l’interruzione della gravidanza. In particolare la modifica dei tempi per l’aborto terapeutico (riduzione da 24 settimane a 22 settimane + 3 giorni) e l’ampliamento dell’equipe preposta all’IVG, con il conferimento di un ruolo decisionale in capo al primario.

Occorre evidenziare che la Regione non ha competenza legislativa primaria ma solo concorrente in campo sanitario, pertanto con questo provvedimento sta mettendo in atto una pesante forzatura ideologica e in contraddizione con la Costituzione introduce una disparità nei diritti tra cittadine dello stesso stato.

Occorre mettere in atto una capacità di mobilitazione e risposta, a partire dalla costruzione di una rete di Organizzazioni, di donne e di uomini sul territorio, al fine di costruire una rete più ampia, in risposta a una campagna che sarà sempre più pesante e sempre più al centro del dibattito pubblico a partire da quello promosso dalla Cei e sostenuto da importanti forze politiche, sia in campo nazionale, che regionale e territoriale.

Occorre proporre il rilancio dei consultori pubblici, obiettivo che dovrà essere messo al centro dell’attenzione nei tavoli di contrattazione che la Cgil insieme a Cisl e Uil stanno aprendo a partire da quello con la Asl e con gli Enti locali per garantire il carattere pubblico dei consultori, la loro estensione, l’adeguatezza degli organici, la formazione del personale e l’inserimento della figura del mediatore culturale.

Approvato all’unanimità

Comitato Direttivo della Cgil di Monza e Brianza
Monza, 29 gennaio 2008