Cittadini atei ed agnostici verso il IV Congresso Nazionale
Firenze Palazzo dei Congressi
Sabato 17 Domenica 18 Novembre 2001
TESI CONGRESSUALI
DELL' UNIONE degli ATEI e degli AGNOSTICI RAZIONALISTI

Il terzo Congresso Nazionale dell'UAAR si è tenuto a Trento nel 1998; adesso stiamo preparando il quarto che si terrà a novembre di quest'anno a Firenze, per la prima volta in una vera sala congressuale e durerà due giorni; nelle nostre intenzioni questa cornice prestigiosa dovrebbe accompagnarsi alla nostra definitiva affermazione come forza nazionale che conta; si terrà a Firenze, perché raggiungibile più facilmente anche dai soci del Centro-Sud.

Nei tre anni trascorsi dal Congresso di Trento è andata aumentando la velocità di secolarizzazione della nostra società: è diventato significativo il numero dei bambini che non vengono battezzati (il 12% in tutta Italia) pur provenendo da famiglie che lo sono: quasi tutti concentrati nel Nord, dove nelle grandi città sono il 25%, pochi decenni or sono questa percentuale era insignificante; sempre più in aumento è il numero delle coppie che si sposano in municipio o che convivono liberamente senza matrimonio, "nel peccato", come si usava dire nei bei tempi andati, quando questa espressione suscitava paura e sdegno, mentre ora fa sorridere tutti perché può essere usata, significativamente, solo in senso ironico; diminuisce sempre più il numero di chi sceglie la chiesa cattolica per l'8per mille, di chi frequenta l'ora di religione a scuola, di chi va a messa, di chi segue le mortificanti, innaturali e morbose indicazioni della gerarchia cattolica in fatto di morale sessuale.

Purtroppo, nonostante questi segnali positivi, l'ingerenza delle gerarchie cattoliche nella vita sociale e politica italiana, con il beneplacito di quasi tutti i partiti, è invece aumentata, tanto da portare all'esasperazione moltissimi cittadini; anche per questa ragione c'è stato un aumento così vistoso dei nostri iscritti; quanti di coloro che si avvicinano per la prima volta, nelle piazze, ad un nostro banchetto, ci apostrofano esasperati con: "Non se ne può più" oppure: "Meno male che ci siete! ".

Se, dal punto di vista delle iscrizioni, la nostra organizzazione sta attraversando un momento magico negli ultimi 12 mesi il numero degli iscritti è più che raddoppiato e c'è un gran fervore d'iniziative questa massa di soci nuovi, che forse ignora nel dettaglio la storia, la cultura e le finalità dell'UAAR può portare a repentini cambiamenti con il rischio di snaturare l'UAAR stessa.

Nella nostra tradizione è importante essere propositivi, sapere criticare in modo argomentato certe posizioni della chiesa quando invade la sfera sociale e politica dei cittadini italiani, ma cerchiamo d'evitare di scadere nell'anticlericalismo fine a se stesso, che dà qualche soddisfazione, ma distrae e travisa i nostri finì.
Quindi ai Circoli spetta un grosso lavoro informativo e culturale rivolto all'interno ed all'esterno.
Il salto numerico, poi, deve accompagnarsi ad uno di qualità anche nella capacità di direzione dell'UAAR che prevede tre obiettivi principali: laicità del nostro Stato; diffusione delle idee atee; impegno a contribuire, con le altre associazioni laiche europee, all'elaborazione di una Costituzione che salvaguardi la pari dignità di tutti i cittadini, atei, agnostici o religiosi e non dia gli usuali ingiusti privilegi alle religioni, come purtroppo succede nei Paesi meno civili d'Europa.
Per il Congresso non sono stati definiti ancora tutti i dettagli dell'organizzazione, ma il lavoro più significativo è stato la compilazione delle Tesi che il Comitato di Coordinamento proporrà ai partecipanti per l'approvazione finale.
Queste Tesi sono un momento fondamentale della vita della nostra associazione, destinate a guidarci ed a caratterizzarci nei prossimi anni ed a dare forza e chiarezza alle nostre iniziative e riprendono, sviluppano ed innovano quelle approvate nel Congresso di Venezia del 1992.
Nelle pagine seguenti, sono riportate queste proposte di Tesi e tutti i soci sono invitati a studiarsele con attenzione, a discuterle nelle assemblee dei Circoli ed a preparare eventuali emendamenti da sottoporre al voto congressuale. Sempre al Congresso vorremmo portare anche i risultati di un'inchiesta relativa alla campagna per la registrazione dell'abbandono della chiesa cattolica.
Sulla scorta del nostro intervento presso il Garante della Privacy, con successiva sentenza del Tribunale di Padova, diversi nostri soci hanno chiesto alla parrocchia dove sono stati battezzati dì prendere nota della loro condizione di ex-cattolici.
Queste richieste suscitano evidentemente molto fastidio nelle gerarchie ecclesiastiche, stante il tono usato nelle risposte, che peraltro un po' troppo spesso, non arrivano, nonostante le stesse disposizioni della CEI emanate dopo la nostra iniziativa.
Come segretario nazionale dell'UAAR mi sento di invitare tutti i nostri soci battezzati a formulare questa richiesta al proprio parroco o al proprio vescovo, mandando così un significativo messaggio di coerenza alla chiesa cattolica. Sul sito internet http://www.uaar.it o presso i Circoli trovate le nuove lettere modello da spedire: nel caso sorgano dei problemi siete pregati di farcelo sapere subito (possibilmente alla E-mail: soslaicita@uaar.it). Dal IV Congresso ci aspettiamo anche un'attenzione maggiore da parte dei media e confidiamo di poter stabilire, con le istituzioni dello Stato, il dialogo che finora ci è stato negato.

Giorgio Villella, Segretario nazionale dell'UAAR

Tesi deII'UAAR

CARATTERISTICHE DELL'UAAR

  1. L'UAAR si propone di riunire le persone che hanno scelto di improntare la propria vita all'ateismo o all'agnosticìsmo; una scelta, quindi, che (nel primo caso) nega l'esistenza di divinità ed entità spirituali o (nel secondo caso) rifiuta di prendere posizione sull'argomento.
    L'aggettivo "razionalisti", riferito sia agli atei sia agli agnostici, è una componente fondamentale e intende esprimere la fiducia nella ragione come termine di riferimento fra gli uomini e quindi la rinuncia al fideismo e alle credenze. Questo non significa necessariamente avere un atteggiamento da scienziato arido, nè significa negare altri aspetti della condizione umana come l'emotività. Quell'aggettivo serve a prendere le distanze dall'irrazionalità comune, anche quella di natura non religiosa. Per queste ragioni, non è compatibile con l'UAAR chi, pur non seguendo alcuna religione, crede nella vita ultraterrena, nei demoni, nella reincarnazione, nel destino, nei fantasmi, nella "manzia", nella cabala, nell'astrologia, nelle entità, nella new age, negli influssi delle "energie", ecc.
  2. Si ritiene un'organizzazione filosofica non confessionale". Dal momento che si colloca sul piano delle scelte esistenziali, delle concezioni del mondo, degli atteggiamenti nei confronti della vita e del suo significato, I'UAAR è "in un certo senso" omologa alle associazioni a carattere religioso. Vale a dire che 1'UAAR, rappresentando un'opinione in materia di religione concorrente con quella delle religioni "positive", può essere omologata alla Chiesa Cattolica, all'Unione delle Comunità Israelitiche, ai gruppi induisti, ecc. Si deve parlare però sempre e solo di omologia "in un certo senso", perché le differenze sono grandi e sostanziali.
  3. È libera da tradizioni particolari. Accettare una religione significa conformarsi a credenze locali, tradizioni nazionali, familiari, di ceto, e così via. La filosofia razionale dell'UAAR, al contrario, non fa appello a nient'altro che alla ragione e alla libertà di pensiero.
  4. È eterogenea. Si distingue dalla maggior parte delle religioni o sètte o conventicole anche perché 1'UAAR non aspira a "omogeneizzare" il pensiero dei suoi aderenti. Anzi, è contraria a ogni forma di pensiero unico, in qualsiasi campo lo si voglia imporre. Ci sono molti modi diversi di vivere l'agnosticismo o l'ateismo, e l'UAAR li rispetta tutti. In definitiva, sono numerose le filosofie compatibili con l'adesione all'UAAR, pur se non si riconoscono in nessuna delle comuni tradizioni filosofiche o ideologiche. D'altro canto non è di alcun interesse la separazione fra atei e agnostici, quando gli scopi di libertà e di ricerca sono comuni. Anzi, l'eterogeneità costituisce una garanzia contro involuzioni integraliste, in quanto già nei rapporti interni gli aderenti accettano e rispettano le reciproche convinzioni.
  5. È l'unica associazione di atei e di agnostici diffusa sul territorio nazionale, e si qualifica come davvero incompatibile con le scelte di fede, riunendo indifferentemente tutte le persone che si riconoscono atee o agnostiche, di qualsiasi convinzione politica, di qualsiasi origine etnica e di qualsiasi orientamento sessuale esse siano, senza alcuna discriminazione. Va detto che l'anticlericalismo non e di per sé incompatibile con la fede cristiana; potrebbe essere anzi considerato coerente con quella scelta, giacché un cristiano può liberamente nutrire astio contro la sua Chiesa. Essere anticlericali, nel nostro Paese, significa troppo spesso essersi fermati ad anacronistiche problematiche ottocentesche, proprio quando il pluralismo religioso si sta facendo strada e sta perciò creando problemi a quella che era stata sempre "l'unica" Chiesa italiana.
  6. Scopi statutari. A norma di Statuto, gli scopi generali dell'UAAR sono:
    • Promozione della conoscenza delle teorie atee e agnostiche e di ogni visione razionale del mondo, dell'uomo e della sua vita. Questo è lo scopo filosofico.
    • Sostegno alla divulgazione delle diverse concezioni del mondo e al confronto fra di esse, opponendosi all'intolleranza, alla discriminazione e alla prevaricazione. Nella concreta situazione italiana, s'intende riaffermare la completa laicità dello Stato e lottare per l'abolizione di ogni privilegio accordato alla religione cattolica nella società e nella scuola in particolare, promuovendo l'abrogazione dell'art. 7 della Costituzione che fa propri i Patti Lateranensi fra Stato italiano e Vaticano. Questo è lo scopo politico.
  7. Teorie atee e agnostiche. La conoscenza delle numerose concezioni del mondo ad impostazione atea o agnostica è assai carente, nonché impedita e avversata fin dai programmi scolastici. Il pensiero religioso è caratterizzato dall'autolimitazione della ragione derivante dal dogmatismo, dall'oscurantismo (pensiamo al concetto cattolico di "peccato"), e dalla pratica ripetitiva dei culti. Il pensiero ateo e agnostico è libero da tutto questo, e mette al centro l'autodeterminazione vera dell'Uomo. Si tratta, quindi, di rompere tale emarginazione, favorendo la ricerca personale e collettiva degli aderenti, da un lato, e la divulgazione e la discussione pubblica, dall'altro. Un punto particolarmente importante è quello dei principi etici, di cui le religioni ritengono di possedere il monopolio. L'osservanza di principi etici è, in realtà, comune a tutti gli uomini. Gli atei e gli agnostici non sono affatto meno morali di chi crede in qualche entità spirituale. Anzi, dal momento che i loro principi sono frutto di una scelta libera e consapevole, quei principi sono solitamente più saldi di quelli di chi sì limita a prenderli già confezionati da qualche predica o da qualche libro.
  8. Valori: laicismo, pluralismo, rispetto delle differenze. L'UAAR rifiuta ogni strumento palese o subdolo di imposizione di qualsiasi "credo" e rivendica il diritto al pari rispetto effettivo, non solo come enunciazione di principio (che pure manca), per le scelte filosofiche di ciascuno. A questo fine si propone di ridurre al massimo l'ingerenza dello Stato in materia, consentendo alle diverse concezioni dì competere in un quadro di civile pluralismo e di rispetto reciproco, delegando allo Stato solo il compito di fare rispettare le regole del gioco, uguali per tutti. L'UAAR si assumerà in particolare il compito di denunciare le discriminazioni contro atei e agnostici, e di solidarizzare in ogni modo con chi è colpito da tali discriminazioni.
  9. Libertà di pensiero. Un'effettiva uguaglianza per tutte le concezioni del mondo costituirebbe un progresso di grande portata e favorirebbe l'armonia sociale. Per questo 1'UAAR fa una netta scelta di campo a favore dei movimenti democratici. In questo senso si intende contrastare l'intollerabile totalitarismo di chi vuole imporre per legge i principi morali di una particolare concezione del mondo, a danno della libera scelta. Per questo l'associazione sostiene senza esitazione (nel quadro delle necessarie garanzie generali) le libertà di divorzio e di aborto, ritenendole un avanzamento anche sul piano etico; ritiene altresì che sia perfettamente lecito discutere sul modo migliore di garantire per legge il diritto all'eutanasia; si batte inoltre contro ogni censura nei confronti degli adulti e contro ogni freno alla ricerca scientifica imposto dalle pressioni clericali, ancora più inaccettabile in quanto basato su fantasiose interpretazione di testi ritenuti sacri.
  10. Obiettivi generali. L'UAAR ha ottenuto, negli ultimi tempi, una visibilità ed una legittimazione prima sconosciute. Un risultato dovuto, probabilmente, oltre all'ottimo lavoro svolto, anche allo smarcarsi da posizioni puramente anticlericali, caratterizzandosi non tanto per essere "contro", quanto per rivendicare diritti che vengono ingiustamente negati ad una parte rilevante della popolazione. Un ulteriore motivo, alla base della crescita, può essere rintracciato nell'ondata di neo-confessionalismo che pervade la nostra nazione. Un pericolo concreto, che ci deve spingere a ricercare convergenze con tutti coloro, e sono tanti, che temono una deriva clericale nella legislazione italiana. E quindi fondamentale aumentare i momenti di confronto con realtà affini, e perseguire con maggior decisione momenti di sensibilizzazione istituzionale. A tal fine la nostra "ragione sociale" ci consente, a differenza dì altre associazioni laiche, di rivendicare pari diritti con i credenti e di presentarci, quindi, con maggiori credenziali nei confronti dei nostri interlocutori.
  11. Partiti. UUAAR è decisamente estranea al fascismo, al razzismo, alla xenofobia e quindi a quelle forze che, pur definendosi laiche, si richiamino a metodi antidemocratici o a suggestioni mistiche dì carattere irrazionale. Per il resto, conscia che il raggiungimento dei propri fini statutari passa soprattutto attraverso provvedimenti legislativi, 1'UAAR deve intrattenere rapporti con tutti i partiti democratici di ispirazione non confessionale, cercando di sensibilizzarli sui punti più importanti del suo programma.
  12. Associazionismo. L'UAAR intende continuare a collaborare con le associazioni laiche, soprattutto con l'Associazione per lo Sbattezzo, con Società Laica e Plurale e, in generale, con tutte quelle che operano in settori particolari (educazione, diritti dell'uomo, ecc.). Inoltre si impegna ad aprire nuove forme di cooperazione con altre associazioni non confessionali, in particolare sindacati, associazioni culturali e di volontariato e con le minoranze di genere e orientamento sessuale. Non dobbiamo dimenticare che il pregiudizio religioso e l'ostracismo colpiscono concordemente le due più grandi minoranze italiane: gli atei (circa nove milioni) e gli omosessuali (circa cinque milioni, in gran parte non coincidenti), escludendo di fatto dalla scena politica più del 20 per cento della popolazione. Non ci potrà essere nessuna collaborazione con associazioni confessionali che mirino a limitare le libertà democratiche definite dalla Costituzione.
  13. Diritti civili, pacifismo, ecologia. L'UAAR, pur non prendendo posizione come tale, consente di utilizzare la sigla dell'associazione a singoli soci, o gruppi di soci, che partecipino attivamente ad iniziative unitarie di carattere pacifista ed in genere in difesa dei diritti civili. Per quanto riguarda la tematica ambientalista, pur rifuggendo da certe posizioni salvifiche sul rapporto uomo-natura, all'UAAR compete in ogni caso denunciare l'irresponsabile opposizione al controllo demografico esercitata sistematicamente da organizzazioni di ispirazione confessionale, dalla Chiesa cattolica e, in ambito internazionale, dalla Santa Sede.

B. SITUAZIONE SOCIALE, POLITICA E LEGISLATIVA

  1. Situazione sociale. Gli ultimi anni sono stati caratterizzati, non solo nel nostro Paese, ma anche in gran parte delle altre nazioni europee, da evoluzioni fra loro contrastanti che non permettono di individuare agevolmente la direzione che stanno prendendo le nostre società. Ad una spinta politica sempre più marcata verso l'integrazione internazionale, rappresentata dalla globalizzazione economica e dal consolidamento e allargamento dell'Unione Europea, si contrappone un'accentuazione delle rivendicazioni localistiche e, più in generale, un aumento dell'intolleranza e della paura di ampie fasce della popolazione verso il "diverso" e lo "straniero". Un'analisi analoga può essere condotta su tematiche a noi più strettamente affini osservando il contrasto tra l'ulteriore, progressiva secolarizzazione del vecchio continente ed il vertiginoso aumento dell'interventismo politico delle organizzazioni religiose. Probabilmente, la mancanza di certezze e di stabilità portano a comportamenti diametralmente opposti: da una parte l'accelerazione di processi in corso, dall'altra l'arroccamento a difesa di non meglio precisate "tradizioni", più facilmente comprensibili se interpretate come il rimpianto per una presunta serenità perduta. I fenomeni religiosi non si sottraggono a questo andamento: il declino cattolico in Italia spinge le gerarchie vaticane a manifestazioni di massa destinate esclusivamente a fornir loro maggior potere contrattuale nei confronti delle autorità politiche, mentre i fedeli prendono con sempre maggior decisione altre strade: siano esse la ricerca di sicurezza rappresentata da piccole comunità religiose fondamentaliste, la fuga verso l'irrazionale attraverso gli oroscopi e le pratiche new age e orientaleggianti o, purtroppo, in numero decisamente inferiore, un ancoraggio a convinzioni più solide e raziocinanti.
  2. Momento politico. Dobbiamo costatare con preoccupazione come, negli ultimi anni, la vita politica italiana sia stata caratterizzata da un'ossessiva rincorsa al sostegno clericale. Il crollo della Democrazia Cristiana, anziché costituire la premessa di uno svincolamento dalle ingerenze cattoliche nell'attività di governo, ha viceversa prodotto la "democristianizzazione" dì tutte le altre forze politiche attraverso l'afflusso di quadri dirigenti legati a una tradizione confessionale. Di questo ha immediatamente approfittato il Vaticano accentuando un interventismo assolutamente non giustificato dalla realtà sociale italiana. Il risultato è stato l'impoverimento della democrazia, rappresentato eloquentemente da quelle competizioni elettorali in cui la scelta era limitata a due soli candidati, entrambi rivendicanti la propria etichetta di "buon cristiano". I pochi, sparuti parlamentari coerenti sostenitori di una concezione laica dell'impegno politico sono conseguentemente costretti sulla difensiva, il che rischia di mettere in discussione alcune conquiste come la legge 194 e di pregiudicare l'ammodernamento del Paese attraverso il "no" alla donazione terapeutica, alla fecondazione assistita ed al riconoscimento delle unioni di fatto.
  3. Diritti dell'uomo e carte costituzionali. La Dichiarazione dei diritti dell'uomo e la Costituzione della Repubblica Italiana si limitano a sancire la libertà di "professare la propria religione". La libertà di non credere in alcuna religione è normalmente considerata implicita. Tuttavia la legge deve essere esplicita, tanto più che, oltre che cittadini comuni, anche molte autorità statali ritengono che si debbano considerare "alla pari" le sole religioni e si rifiutano conseguentemente di prendere in considerazione le nostre legittime richieste. Pertanto, è necessario intervenire affinché, laddove venga menzionata la libertà di religione (che in realtà è già sottintesa nelle libertà di pensiero, di coscienza, di parola e di associazione) si citino espressamente entrambe le scelte, cioè "libertà di professare una religione o di non averne alcuna"
  4. Costituzione italiana. L'articolo 7 stabilisce che i rapporti fra Stato e Chiesa Cattolica sono regolati dai Patti Lateranensi e che ci vuole l'accordo delle due parti per modificarli. Tale meccanismo di revisione consensuale affida al beneplacito della controparte, cioè del Vaticano, ogni proposito revisionista e rappresenta, di fatto, una riduzione inaccettabile della sovranità del nostro Paese. Inoltre, la Costituzione è limitata da articoli (7 e 8) dove si affermano i diritti di una particolare religione o dove le religioni vengono citate senza alcun riferimento alle concezioni filosofiche non religiose. Tali articoli sono in contrasto con l'articolo 3 nella sua interpretazione vigente e con la Dichiarazione aggiuntiva al Trattato di Amsterdam, di cui l'Italia è firmataria, che riconosce esplicitamente le "associazioni filosofiche non confessionali".
  5. Privilegi per la religione cattolica. In particolare i Patti Lateranensi e le loro integrazioni comportano inaccettabili privilegi per il Vaticano, uno Stato estero che percepisce una percentuale delle tasse dei cittadini italiani che non si dicono espressamente contrari e che ha facoltà di nominare insegnanti pagati dalla Repubblica in tutte le scuole, anche statali.
  6. Privilegi della Chiesa cattolica non previsti dal Concordato. La religione cattolica, oltre agli innumerevoli ed ingiustificati benefici derivanti dai Patti Lateranensi, gode di numerosissimi privilegi dallo Stato, da Enti locali e altre Istituzioni di natura economica, di delega dei poteri, o di semplice prestigio. Di analoghi privilegi, sia pur in misura minore, godono le altre religioni "de facto" riconosciute dallo Stato.
  7. Finanziamenti alle religioni e intese con lo Stato. Fino a che rimarrà in vigore l'attuale normativa fiscale che prevede la deviazione dell'8 per mille del gettito IRPEF a favore delle organizzazioni religiose riconosciute mediante intesa, l'unico modo perché questo principio non vada in contrasto con l'articolo 3 è che sia riconosciuta la possibilità ai contribuenti di finanziare anche associazioni filosofiche non religiose. L'UAAR comunque si propone di eliminare questo strumento di controllo con alto potenziale di iniquità sostituendolo con contributi opzionali richiesti dalle diverse religioni e concezioni del mondo a titolo di "quote associative" secondo il modello della Repubblica Federale Tedesca.
  8. Insegnamento della religione cattolica (IRC). Come per l'8 per mille, anche sul caso dell'IRC l'UAAR propone l'istituzione di un'ora di "Storia delle religioni e delle concezioni del mondo" tenuta da insegnanti statali scelti secondo le normali graduatorie, auspicando comunque la sua completa abolizione e l'assorbimento delle tematiche nelle ore di storia, filosofia, e letteratura italiana. Nel frattempo, l'UAAR denuncia come pura violenza psicologica l'imposizione dell'IRC nella scuola materna, incoraggia attivamente il rifiuto dell'imposizione di una sola religione nelle scuole statali attraverso la scelta di materie alternative, e si batte perché questa ultime vengano effettivamente rese operative e non rimangano solo sulla carta: intende altresì impegnarsi affinché le ore di IRC vengano collocate esclusivamente all'inizio o alla fine delle lezioni, al fine di non creare disagi ai bambini che non se ne avvalgono.

C. ORGANIZZAZIONE

  1. Organizzazione. L'esame dello stato in cui versa il Paese riafferma con ancora maggior forza la necessità di un forte presidio in difesa della laicità dello Stato e di un'autonoma rappresentanza degli atei e degli agnostici. Questa consapevolezza deve stimolare alla riflessione sull'imperativo di dotarsi di una struttura organizzativa adeguata alla situazione ed alle dimensioni raggiunte, ed all'autorevolezza con cui si intende perseguire gli scopi sociali. A tal fine diventa imprescindibile la redazione di un regolamento interno volto a disciplinare la traduzione in pratica dei deliberati statutari e congressuali.
  2. Crescita del numero degli associati. La Chiesa cattolica è la più grande multinazionale del mondo con una dimensione ed un potere tali che non è realistico cercare di competere sul piano dei numeri. Ciò nondimeno bisogna perseguire una strategia di sviluppo permanente: l'aumento dei soci ha già garantito maggiore visibilità sia all'associazione sia alle manifestazioni a cui ha partecipato, instaurando un circolo virtuoso (più soci --> più partecipazione --> più visibìlità --> più contatti --> più soci) che andrebbe ulteriormente alimentato, sollecitando, per quanto possibile, i nuovi associati alla partecipazione all'attività concreta dell'UAAR.
  3. Coerenza morale dei soci. L'adesione all'associazione non può implicare da parte nostra la pretesa di comportamenti conseguenti, nel nome di un "integralismo ateo" che sarebbe solo fine a se stesso. Dobbiamo essere consci che una larga parte degli atei e degli agnostici italiani partecipano alle celebrazioni di riti della Chiesa maggioritaria. Questo avviene per le stesse ragioni che hanno portato alla nascita dell'UAAR: la diffusa esigenza di una "tranquillità sociale e familiare" rappresentata dall'adesione di facciata alla Chiesa cattolica è la spia più significativa delle discriminazioni patite dai non credenti nella nostra società. E necessario quindi cercare, pazientemente, di smontare dalla base i pilastri di un "consenso sociale" confrontabile, per forma e contenuti, a quello dei regimi totalitari. Un'informazione capillare sulle possibili alternative, il costante riferimento a esempi di vite "serene" condotte prescindendo dai riti religiosi, il concreto esempio fornito dai soci più rappresentativi e una maggior caratterizzazione "in positivo" dell'ateismo debbono essere parte di questa strategia.
  4. Struttura territoriale. La nascita di nuovi Circoli ha permesso alla nostra associazione di superare la sua origine localistica e assumere, in modo sempre più convincente, una vera e propria identità nazionale. Tuttavia, l'esistenza di Circoli organizzati in otto regioni e di presenze significative in altre non deve farci trascurare le difficoltà di penetrazione in alcune zone, segnatamente in quelle meridionali. Demandando al Comitato di Coordinamento ogni decisione circa le forme e le modalità operative di nuove strutture territoriali, si giudica comunque un obiettivo perseguibile a medio termine quello di avere punti di riferimento operativi in ogni regione italiana. In quelle regioni, come Lombardia e Toscana, dove a causa della dimensione del territorio un solo Circolo non è in grado di seguire tempestivamente le problematiche di altre province, si dovrà cercare, con lungimiranza, di favorirne il frazionamento con la nascita di Circoli locali, con forme di coordinamento da individuarsi ad hoc. Il Circolo romano dovrà proseguire la crescita in autorevolezza e credibilità al fine di diventare, effettivamente, il terminale operativo per le nostre rivendicazioni legislative nazionali.
  5. Circoli tematici. La creazione di autonomie tematiche come quelle varate negli ultimi tempi (giovani e gay) può, in settori sociali dove più forte è la ricerca di un'identità comune, agevolare la diffusione delle nostre istanze. Tale creazione deve essere autorizzata dal Comitato di Coordinamento nell'ottica di una strategia complessiva, onde evitare che il proliferare di strutture particolari provochi il frazionamento dell'immagine dell'UAAR, anche attraverso l'indispensabile sostegno del Comitato di Coordinamento.
  6. Organi di coordinamento nazionali. La crescita dell'associazione ha investito, giocoforza, il Comitato di Coordinamento e soprattutto il Segretario Nazionale di compiti sempre più pesanti. Diventano improrogabili sia lo snellimento dei tempi decisionali sia la riduzione delle incombenze, da attuarsi attraverso il conferimento di maggiore autonomia alle strutture territoriali. Non più rinviabile diventa anche una maggiore suddivisione dei compiti, nonché la separazione tra rappresentanza esterna (rapporti con mass media, associazioni, interlocutori politici e personalità simpatizzanti) e coordinamento interno (gestione finanziaria, attività editoriali e pubblicistiche, rapporti con Circoli e soci, organizzazione di manifestazioni).

D. ATTIVITÀ

  1. Riunioni interne. I momenti di ritrovo devono essere soprattutto fonte di accrescimento culturale e di coinvolgimento di ogni singolo socio nelle attività intraprese, e non semplice trasmissione di decisioni piovute dall'alto a scadenze programmate. Le discussioni devono essere franche, libere da condizionamenti e foriere di decisioni concrete.
  2. Relazioni, convegni, conferenze, incontri rivolti al pubblico. Compatibilmente con le risorse economiche a disposizione, sia a livello locale che a livello nazionale si dovrà cercare di organizzare una sempre maggiore quantità di iniziative pubbliche. L'originalità e la qualità delle proposte possono permetterci l'incontro e la conoscenza reciproca di persone e realtà associative con cui intraprendere percorsi comuni.
  3. Dibattiti esterni e mezzi d'informazione. Ad ogni livello diventa fondamentale la capacità di inserirsi nel dibattito culturale attraverso la partecipazione di esponenti UAAR a convegni sui temi della laicità dello Stato. Ancora più importante, visti i nostri fini statutari, è riuscire ad intervenire nelle tavole rotonde sul rapporto tra l'individuo e le diverse concezioni del mondo: bisogna impegnarsi a fondo per convincere i media, soprattutto televisivi, della necessità di dare voce anche a quella fascia della popolazione che non crede, solitamente trascurata in fase di organizzazione a favore di esponenti di religioni assolutamente minoritarie. Solo l'accettazione della "esistenza" degli atei e degli agnostici da parte dell'opinione pubblica può farci fare il passo decisivo verso gli ambiziosi obiettivi che ci siamo posti. Nei mezzi d'informazione pubblici, 1'UAAR deve esigere gli stessi diritti delle confessioni religiose ad uno spazio autogestito. Principio che si estende a tutti i campi nei quali la Chiesa cattolica o altre associazioni religiose godano di particolari prerogative.
  4. Campagne di sensibilizzazione. Vanno valutate con oculatezza quelle iniziative su larga scala destinate ad ottenere udienza, su questioni specifiche, da parte delle autorità di governo e dei mass media. Tali campagne devono essere programmate con ampio anticipo e nei minimi particolari, assicurandosi altresì una partecipazione adeguata alle esigenze organizzative ed agli scopi. Pur consapevoli dell'esiguità delle nostre forze, bisogna sempre rammentarsi che il mancato conseguimento di risultati può provocare una crisi di fiducia verso le potenzialità dell'associazione.
  5. Iniziative giuridiche. Il quadro legislativo italiano presenta tuttora vistose anomalie ed incongruenze sugli argomenti di nostro interesse, garantendo alla religione cattolica privilegi palesemente ingiustificati alla luce delle più recenti interpretazioni del testo costituzionale. La possibilità di ottenere riconoscimenti per via giuridica, conseguentemente, è assai alta: tuttavia la lunghezza dell'iter processuale ed i suoi costi ne pregiudicano largamente la fattibilità. Una valutazione attenta e meditata dovrà invece essere compiuta ogni qualvolta si abbia la ragionevole presunzione che l'iniziativa giuridica possa avere un certo riscontro sui mezzi d'informazione già in fase di avvio.
  6. L'Ateo. La realizzazione e diffusione del nostro trimestrale ha avuto positive ricadute sull'UAAR, sia dal punto di vista della credibilità culturale dell'associazione sia da quello dell'allargamento della nostra base. Restano evidenti le difficoltà nella distribuzione, che potrebbero essere parzialmente superate con il coinvolgimento dei Circoli nella vendita delle copie durante le iniziative locali, nostre e di altri. Altro obiettivo da raggiungere, in prospettiva, è il passaggio ad una periodicità bimestrale, più adeguata a rappresentare il dinamismo della nostra organizzazione, con conseguente aumento del prezzo di copertina.
  7. Internet. Le considerazioni formulate in merito al periodico possono essere estese anche alle attività legate al sito web. In questo caso, non sussistendo teoricamente vincoli fisici all'ampliamento dei lettori, basilare diventa la capacità di aggiornarne tempestivamente i contenuti, facendone un punto di riferimento: non solo sotto l'aspetto della diffusione di notizie, ma soprattutto come archivio e biblioteca on-line finalizzata alla promozione delle idee atee, agnostiche e laiche.
  8. Attività dei Circoli. La struttura territoriale che si è data l'UAAR non ha ancora dispiegato adeguatamente le potenzialità intrinseche. I Circoli devono svolgere la funzione essenziale di dare visibilità all'associazione, attraverso una presenza attiva sulla zona di competenza. L'organizzazione di manifestazioni e conferenze non deve avere un carattere occasionale, cosi come l'intervento sugli avvenimenti di rilevanza locale.
  9. Parlamento. La progressiva deriva confessionale di gran parte delle forze politiche italiane non ci deve far dimenticare che i cambiamenti nella società italiana più significativi degli ultimi cinquant'anni (leggi su divorzio e aborto) sono stati prodotti da iniziative parlamentari. L'individuazione di interlocutori all'interno delle due Camere diventa indispensabile al fine di ottenere un reale ascolto delle nostre istanze, sia indirettamente sia direttamente attraverso l'audizione di nostre delegazioni.
  10. Rapporti con associazioni affini. L'UAAR ribadisce l'intenzione di collaborare attivamente con le associazioni affini, cercando possibilmente di organizzare campagne unitarie su obiettivi comuni.
  11. Partecipazione a manifestazioni popolari. La presenza di. nostre delegazioni ad alcune importanti manifestazioni degli ultimi anni è stata non solo ragguardevole quanto a rappresentanza, ma anche significativa per ciò che concerne la visibilità, i contatti e la distribuzione di materiale informativo. Vanno pertanto studiate le modalità che ci possano permettere un ulteriore miglioramento qualitativo nelle nostre partecipazioni.
  12. Partecipazioni internazionali. Sono stati finalmente instaurati rapporti costanti con le associazioni internazionali di cui facciamo parte (FHE e IHEU). Essenziale diventa ora la capacità di rendere vicendevolmente proficue queste relazioni. La partecipazione reciproca alle rispettive manifestazioni è fondamentale e va da parte nostra perseguita con scrupolo. L'adesione attiva alla FHE, interlocutrice riconosciuta della Commissione europea, ci permette di partecipare, insieme alle altre associazioni laiciste dei Paesi membri dell'U.E. alla elaborazione dei principi di laicità che verranno sanciti dalla Costituzione europea, la cui adozione è prevista nel 2004. Il fatto che la maggior parte dei Paesi europei siano più avanzati di noi in tema di laicità costituisce un punto di forza su cui far leva per le nostre battaglie nazionali.
  13. Settimana anticoncordataria. L'organizzazione della prima edizione di questa manifestazione ha dimostrato la capacità dell'UAAR di porsi, finalmente, come soggetto attivo riconoscìuto pubblicamente. E necessario elevarne il profilo, sia attraverso la realizzazione dì più impegnativi convegni, sia attraverso un più convinto distacco dalle manifestazioni goliardiche, anticlericali e bruniane.
Comitato di Coordinamento dell'UAAR

www.uaar.it

Il sito internet più completo sull'ateismo e sul laicismo. Tutte le informazioni sull'UAAR e sulle sue iniziative.
 Per la laicità dello Stato: decine di schede tematiche dalla cancellazione del battesimo all'eutanasia, complete di leggi, sentenze e documentazione.
Ultimissime: le ultime notizie, flash da tutto il mondo.
Web magazine: la rivista on-line ricca d'articoli, interventi e documenti.
Mailing list: uno spazio di discussione tra atei.
Appuntamenti: un'agenda aggiornata degli eventi da non perdere.
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Rassegna stampa: una selezione dagli articoli sugli argomenti all'ordine del giorno.
E poi ancora: statistiche, recensioni, controinformazione sulla religione ...una miniera di dati sempre a portata di mouse.
Le pagine sulla laicità dello Stato
L'aggiornamento del nostro sito internet, operato a metà gennaio, ha dato risultati più che soddisfacenti: i navigatori sono ulteriormente aumentati, così come le richieste d'informazioni. A riprova della fiducia manifestata nei nostri confronti, anche la possibilità di iscriversi on-line all'UAAR è stata sfruttata da molti internauti a cui va, ovviamente, il nostro ringraziamento.
Colgo l'occasione, come avevo promesso nel numero precedente, per entrare un pò nel merito dei contenuti del sito, cercando di spiegare ai lettori de L' Ateo (soprattutto a coloro che non dispongono di un computer, ma ci stanno pensando ...) a quale livello d'informazioni è possibile accedere collegandosi a www.uaar.it.
La sezione di cui andiamo più orgogliosi è quella sulla laicità dello Stato: sul sito sono accessibili ventuno schede tematiche (aborto, divorzio, eutanasia, ora di religione, otto per mille ...), ognuna delle quali è suddivisa in vari paragrafi.
Per ogni scheda potete trovare una cronistoria dell'argomento, la situazione legislativa, il dibattito in corso ed un'ampia documentazione sul problema. Per fare un esempio, la scheda dedicata al Concordato ne spiega il significato, la storia (dall'accordo del 1929, al suo inserimento nella Costituzione, alle modifiche del 1984), le ragioni a favore della sua abrogazione, l'iter previsto ed un elenco (breve, purtroppo) di chi si batte per ottenerla, ed una decina di riferimenti bibliografici.
Attraverso questa scheda è possibile collegarsi ad altre pagine del sito, dove si trovano i testi dei Patti Lateranensi, oppure ad alcuni siti esterni che ospitano pagine dedicate al tema. Altre schede, su argomenti più "caldi" rimandano anche a sentenze della Corte Costituzionale o a proposte di legge presentate in Parlamento, pubblicate integralmente. E' quindi facilmente comprensibile, anche per chi non mastica di informatica, che attraverso il nostro sito si può raccogliere, in breve tempo, tutta la documentazione necessaria per formarsi un'idea su una specifica questione: a completamento del servizio abbiamo anche reso disponibile una casella di posta elettronica, soslaicita@uaar. it, attraverso la quale farci pervenire segnalazioni, informazioni o quesiti sui temi della laicità dello Stato.
Raffaele Carcano, Responsabile del sito UAAR

Iscrizioni

Ci si può iscrivere all'UAAR per uno, due o tre anni.
La quota minima è di lire 20.000 per ogni anno. L'iscrizione è per anno solare. Si consiglia pertanto, se l'iscrizione avviene nell'ultima parte di un anno, di iscriversi per almeno due anni.
Poiché la quota di iscrizione comprende anche l'abbonamento a L'Ateo, chi si iscrive all'UAAR non deve pagare anche l'abbonamento a L'Ateo.

Abbonamenti

Ci si può abbonare a L'Ateo per uno, due o tre anni. La quota minima è di lire 15.500 per ogni anno. L'abbonamento decorrerà dal primo numero utile. Non verranno più inviati numeri già usciti, che potranno comunque essere ordinati come arretrati.

Arretrati

Gli arretrati de L'Ateo sono in vendita fino a esaurimento al prezzo di lire 7.000 l'uno. Per il pagamento attendere l'arrivo degli arretrati, che saranno accompagnati dal bollettino di c/c postale con indicato l'importo da pagare.

Pagamenti

Si possono utilizzare le seguenti forme di pagamento: - c/c postale n. 159063 57, intestato a "Associazione UAAR" - assegno bancario o vaglia postale intestati a UAAR - C.P. 989 - 35100 Padova - carte di credito CartaSì, VISA, EuroCard/MasterCard In ogni caso è necessario specificare chiaramente la causale del pagamento.

Per contattarci

Per questioni riguardanti iscrizioni, abbonamenti, arretrati, pagamenti e spedizioni potete: - mandare un messaggio e-mail a: soci&abbonati@uaar.it - scrivere a: UAAR- C.P. 989 - 35100 Padova - telefonare o mandare un fax al numero 049.8762305. UAAR UAAR - C.R 989 - 35100 Padova E-mail info@uaar.it Sito Internet www.uaar.it Indirizzo postale UAAR - C.P 989 - 35100 Padova Tel./Segr./Fax 049.8762305
SEGRETARIO Giorgio Villella Tel. / Segr. / Fax 049.8762305 villella@tin.it RECAPITI DI CIRCOLI FIRENZE (Baldo Conti) Tel. / Segr. / Fax 055.711156 balcont@tin.it GENOVA (Carlo Bertelli) Tel. 010.261977 vergoli@tiscalinet.it MILANO (Mitti Binda) Tel. 02.2367763 mittib@libero.it NAPOLI (Calogero Martorana) Tel. 081.291132 calomarto@libero.it PADOVA (Massimo Albertin) Tel. / Segr. 049.8601372 massimo.albertin@tin.it ROMA (Paolo Balzamo) Tel. 06.52273307 - 328.6685259 balzamop@yahoo.com TORINO (Alberto Trevisan) Tel. 347.0626302 - Fax 011.9982682 apostata@libero.it TRENTO (Romano Oss) Tel. I Fax 0461.911699 ross.ateo@iol.it TREVISO (Mario Ruffin) Tel. 348.2603978 maruff@iol.it VERONA (Valerio Nascimbeni) Tel. 045.566279 - 339.8404195 nascimbeni@tin.it RECAPITI DI NUCLEI CAGLIARI (Costante Mulas) Tel. 070.662795 - Fax 070.6401393 cmulas@tiscalinet.it

Cosa è L'UAAR

L'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (UAAR) è l'unica associazione italiana di atei e di agnostici ed è completamente indipendente da forze politiche o da gruppi di pressione di qualsiasi genere.
Essa si è costituita di fatto nel 1987 e legalmente nel 1991, presentandosi al pubblico con dibattiti e altre iniziative. Essa si propone i seguenti scopi generali: - promozione della conoscenza delle teorie atee e agnostiche e di ogni visione razionale del mondo, dell'uomo e della sua vita; - sostegno alle istanze pluralistiche nella divulgazione delle diverse concezioni del mondo e nel confronto fra di esse, opponendosi all' intolleranza, alla discriminazione e alla prevaricazione; - riaffermazione, nella concreta situazione italiana, della completa laicità dello Stato, lottando contro le discriminazioni giuridiche e di fatto, aperte e subdole, contro atei e agnostici, pretendendo l'abolizione di ogni privilegio accordato alla religione cattolica nella società e nella scuola in particolare, promuovendo la stessa abrogazione dell'art. 7 della Costituzione che fa propri i Patti Lateranensi fra Stato italiano e Vaticano.
L'UAAR si qualifica sul piano filosofico
Essa si propone di riunire le persone che hanno fatto una scelta filosofica di tipo ateo o agnostico, una scelta, cioè, che nega o pone in dubbio l' esistenza di ogni forma di divinità e di entità spirituale.
 Un'associazione che opera sul piano delle scelte filosofiche non è un associazione di filosofia o di filosofi: tutti gli uomini, con piena legittimità e come espressione ineliminabile della loro esistenza, compiono scelte filosofiche più o meno consapevoli, anche senza alcuna preparazione specifica.
L'aggettivo razionalisti, riferito sia agli atei sia agli agnostici, intende esprimere anzitutto la fiducia nella ragione come termine di riferimento fra gli uomini.
La rinuncia a forme di fideismo significa non soggiacere all'anestesia di parte delle proprie facoltà mentali, lasciandole libere per la ricerca individuale e collettiva, disponibili a travalicare orizzonti spazialmente e temporalmente angusti.
Questo non significa necessariamente abbracciare l'atteggiamento filosofico vicino allo scientismo che talvolta viene definito razionalismo; né significa negare o sottovalutare altri aspetti della condizione umana, quale l'emotività, pena il cadere nell'irragionevolezza.
D'altra parte quell'aggettivo funge da discriminante nei confronti dell' irrazionalismo, anche di quello di natura non religiosa secondo il senso comune. Quindi non può aderire all'UAAR chi, anche non seguendo alcuna delle religioni "ufficiali", crede nella vita ultraterrena, nei demòni, nella metempsicosi, negli ectoplasmi, nei fantasmi, nella cabala, nell'astrologia, nelle entità e negli influssi che si sottraggono in linea di principio all' indagine razionale e che configurano forme minoritarie di fideismo.
La storia anche recente registra altre tendenze irrazionali, esaltatorie e mistiche dalle quali si prendono le distanze in modo altrettanto netto. Il nostro obiettivo strategico è quello di ottenere l'eliminazione di ogni intrusione dello Stato in materia di scelte filosofiche personali. In questo modo si rispetta il carattere individuale e privato della scelta e si evitano interferenze e discriminazioni.
In generale, 1'UAAR rivendica pari diritti per tutte le concezioni del mondo. Al diritto di libertà di religione va dunque sostituito quello di uguali diritti per tutte le concezioni del mondo, quindi anche per quelle non religiose.
Di conseguenza, l'UAAR combatte contro tutte le discriminazioni di cui sono fatti oggetto i cittadini atei e agnostici e le loro associazioni.
Ove permangano prerogative concesse a qualche confessione (citazione nella Costituzione, intesa con lo Stato, insegnamento nella scuola, esposizione del simbolo, contributi regionali, toponomastica locale, e simili), tali prerogative sono rivendicate anche dall'UAAR, proprio per non accettare discriminazioni, nei confronti delle concezioni del mondo a carattere non religioso.
UNIONE degli ATEI e degli AGNOSTICI RAZIONALISTI
ITALIAN UNION of RATIONALIST ATHEISTS and AGNOSTICS
Membro associato deII'IHEU - International Humanist & Ethical Union
Padova, 17 giugno 2001