Dopo l'omicidio dell'ispettore di polizia Filippo Raciti il 2 febbraio 2007 a Catania e di Ermanno Licursi, il dirigente della società di calcio Sanmartinese di San Martino di Finita, morto il 27 gennaio 2007 durante una rissa avvenuta nello stadio di Luzzi, al termine della partita con la Cancellese.

Effetti collaterali di un calcio malato e delle relazioni pericolose tra affari, apparati di stato, gruppi ultrà, mafie e società sportive.

La sinistra di alternativa non si chiami fuori e si avvii la fase della rifondazione del calcio, ora!

I fatti di Catania, che poco hanno a che fare con il calcio giocato, dimostrano che ciclicamente il nocciolo duro del calcio, gli ultrà e i loro sponsor e protettori, esplodono causando i danni che solitamente gli scontri fra tifoserie, fra esse e la polizia, provocano arrivando in due settimane a due morti sui campi di calcio.

Una settimana fa in Calabria Ermanno Licursi Dirigente della squadra dilettante di San Martino di Finìta e morto poco dopo essersi trovato nel mezzo di una rissa fra tifosi, calciatori.

Questi fatti inducono a riproporre riflessioni che ostinatamente, chi ama lo sport giocato e praticato per il piacere e la sola passione, continua da decenni a fare ma rimane inascoltato.

Intorno al calcio ruotano essenzialmente gli affari, soldi e al governo di questo piccolo impero ci sono piccoli e grandi potentati che riflettono il loro potere nella vita politica. Fiumi di denaro che ingrassano i calciatori, la loro mondanità e un giornalismo gossipista che riempie e vende giornali con le gesta più o meno erotiche di un calciatore e non quelle pedatorie. Per altro le trasmissioni sportive delle emittenti televisive locali sono vere e proprie arene calcistiche, oserei dire da bar (ma in un bar ci può stare), dove cosiddetti opinionisti danno il peggio.

Palestre diseducative che alimentano una cultura qualunquista e pallonara per niente sportiva. Inoltre tutto questo mondo malato oscura la gran massa di calciatori, dirigenti sportivi che invece giocano al calcio per passione, per il piacere di farlo, per l’amore di una squadra. Ma l’aspetto peggiore del calcio sono la connivenza fra società sportive e le curve ultrà. Dagli anni settanta ad oggi lo sanno anche le pietre degli stadi, che chi comanda in società sono le curve della tifoseria ultrà. Nelle tifoserie da sempre si infilano i soggetti più turbolenti della spazzatura politica di destra (naziskin, forza nuova, fronte nazionale oggi, ordine nuovo, fronte della gioventù, terza posizione, ordine nero nel passato recente).

Dirigenze sportive essenzialmente nelle mani della destra; dirigenze politiche e organi preposti al contrasto hanno sempre tollerato queste presenze in chiave anticomunista prima e antidemocratica poi. Cioè poter disporre dei nuclei più turbolenti delle curve nelle azioni contro centri sociali, assalti alle sedi della sinistra e di minacce ai dirigenti della sinistra.

Nel sud inoltre a questo coktails esplosivo vanno aggiunti i picciotti delle varie mafie locali e i fatti di Catania dimostrano che in quella piazza c’erano soggetti che rispondevano a ordini superiori, preordinati e pianificati; soggetti mafiosi del clan Santapaola, insieme ad esponenti della destra neonazista locale come forza nuova. La modalità degli scontri e le macerie lasciate ricordano i moti fascisti di Reggio Calabria nel 74. Del resto i due omicidi hanno un filo conduttore “‘ndrangheta” in Calabria e “cosa nostra” in Sicilia.

Dunque chi tollera, chi chiude gli occhi, chi per interi campionati vede fuori dagli stadi che i mammasantissima fanno entrare e uscire di tutto e non fanno niente. Chi per interi campionati vede curve che issano striscioni razzisti, fanno continuamente saluti romani e nei cori propalano solo odio, violenza e vendetta; se a tutto questo non si mette un freno perché è tutta manovalanza buona per i lavori sporchi nello scontro politico è comprensibile che quando gli ordini arrivano dai veri padroni delle tifoserie non c’è apparato di stato che regga e gli stessi poliziotti e carabinieri in piazza diventano carne da macello.

Anche sul piano economico nello sport si ripete quello che accade nell’economia; le società privatizzano gli utili, si spartiscono i proventi delle royalties spalmano le perdite, falsano i bilanci ed evadono o eludono il fisco; nel frattempo allo Stato e agli Enti Locali devono provvedere alla manutenzione ordinaria e straordinaria e tutte quelle opere relative alla sicurezza e alla protezione comprese l’uso delle Forze dell’Ordine.

Sarebbe opportuno che a questo punto gli organismi di autogoverno del calcio stabiliscono dei precisi impegni per le società sportive nell’autogestione degli impianti; il dispiegamento delle Forze dell’Ordine solo al di fuori degli stadi. Le squadre, le quali tifoserie provocano incidenti non solo perdono a tavolino l’incontro ma viene inflitta una ulteriore penalità nella classifica.

Va staccata la spina fra dirigenti federali, societari e politici che flirtano con le tifoserie ultrà per convenienza politica ed elettorale; e per fare questo deve essere esteso il reato associazione a delinquere anche ai gruppi e il favoreggiamento a chi li finanzia e li spalleggia.

Il calcio sano, gli sportivi che amano lo sport per quello che è e null’altro devono alzare la testa; grandi masse di giovani ci stanno guardando, non deludiamoli. Un altro sport è possibile.

Marco Fraceti (Segretario del PRC di Monza)
Monza, 4 febbraio 2007