12 Dicembre 1969 - “La strage è di Stato”

Piazza Fontana, non solo commemorazioni

Alfio Nicotra (Segretario del PRC - Lombardia): “Il ricordo serve a ragionare sul nostro oggi”

La strage è di Stato

Questo manifesto è una celebre opera di Guido Crepax

Ricorre domani il 38° anniversario della strage di Piazza Fontana. A distanza di tanti anni, giustizia non è stata fatta.

L’ultima sentenza della Cassazione, del 3 maggio 2005, assolvendo definitivamente gli estremisti di destra imputati impose contestualmente ai parenti delle vittime l’obbligo del pagamento delle spese processuali. Una decisione conforme alla legge, che proprio per questo suonò come una ancor più terribile beffa.

E’ tuttavia acquisita la verità storica. La strage ebbe esecutori fascisti, ma fu voluta e coperta da settori non secondari degli apparati dello Stato, radicati nella politica e nei servizi segreti, anche stranieri. L’obiettivo era fermare con ogni mezzo la marea montante delle lotte che, nelle scuole e nei luoghi di lavoro, chiedevano un profondo cambiamento del sistema economico e politico.

Il disegno ebbe successo. Al 12 dicembre del 1969 seguirono la strategia della tensione, le montature poliziesche contro gli anarchici e la sinistra di classe, stragi come quella di Bologna, di Brescia e dell’Italicus, anni di involuzione democratica e di militarizzazione dello scontro sociale, di trame e di terrorismo.

Il moto verso la trasformazione morale e materiale del Paese fu deviato, sterilizzato, la politica nazionale fu profondamente condizionata da poteri occulti assai ramificati, e l’Italia ne paga ancora le conseguenze.

“La giornata di domani non serva solo a una doverosa commemorazione, a rinnovare il nostro cordoglio e la solidarietà alle vittime innocenti e ai loro congiunti”, dichiara il segretario di Rifondazione comunista della Lombardia Alfio Nicotra. “Il ricordo, la ricostruzione degli avvenimenti devono servire a ravvivare – soprattutto con le giovani generazioni - il ragionamento sul nostro oggi, sullo Stato, sulla democrazia, sull’Italia che vogliamo.”

Roberto Porta
Milano, 11 dicembre 2007
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