Un aspetto della tragedia della Shoah a Milano ed in Brianza

1938

Storia - tra Milano e Seregno - di un gruppo di studenti ebrei milanesi.

1938 è l'anno in cui il regime fascista mette a punto la trappola razzista. All'improvviso, senza averne dato segni prima, le direttive del fascismo cominciano ad orientare propaganda e altri strumenti verso l'antisemitismo.

Febbraio
Escono note ufficiali che smentiscono provvedimenti economici e politici verso i cittadini ebrei italiani. Excusatio non petita.
Primavera
Si vara un progetto per l'edificazione dello "Istituto per la bonifica umana e l'ortogenesi". L'istituto dovrà studiare i problemi della razza e della denatalità. L'ossessione demografica del fascismo comincia a confluire nel primato della razza, nel rigetto del meticciato - l'Italia è allora una potenza coloniale, ha cittadini e soldati in Africa - e dei matrimoni misti.
È l'anno, in cui fiorisce una pubblicistica pseudoscientifica che riapre il serbatoio dei decaloghi razzisti e antiebraici.
14 luglio
Viene pubblicato dai giornali appunto un decalogo nel quale un gruppo di "studiosi" fascisti fissa la posizione del fascismo nei confronti dei problemi della razza. Lo firmano docenti universitari patologi, antropologi, psichiatri, pediatri, zoologi. Tra costoro Nicola Pende, senatore e ordinario di patologia speciale. Il decalogo, letto oggi, è un testo delirante, che conclude i suoi dieci punti così:
Brutti, bruttissimi segnali, cui fa seguito due settimane dopo la pubblicazione della rivista La difesa della razza, diretta dal gazzettiere di regime Telesio Interlandi, che come direttore del Tevere di Roma, aveva da sempre appoggiato lo spostamento della politica del regime verso l'asse con i tedeschi, ("unione delle aquile germanica e romana").
Alla gran cassa suonata da universitari e gazzettieri fa seguito l'azione del governo. Nel mezzo continue sollecitazioni per un "razzismo italiano, patrimonio spirituale del nostro popolo, base fondamentale del nostro Stato, elemento di sicurezza del nostro Impero".
Così viene scaldata la graticola delle leggi razziali di settembre sulla quale verranno messi i cittadini italiani di cultura e di religione ebraica.
30 luglio
Benito Mussolini: "Anche nella questione della razza noi tireremo dritto. Dire che il fascismo ha imitato qualcuno o qual cosa è semplicemente assurdo".
È l'estate dell'angoscia per la comunità ebraica italiana. Anna Marcella Falco: "Tutta l'estate eravamo in vacanza a San Vito di Cadore e leggevamo i giornali. Tutti i giorni c'erano attacchi. Era una progressione. Tutti i giorni storie contro gli ebrei. Noi ce le aspettavamo le leggi del settembre, dovevamo soltanto vedere quanto gravi, Il prof. Calamandrei, in vacanza anche lui ci veniva a trovare dicendo scherzoso "faccio la visita di condoglianze a tutti gli amici ebrei". A scuola, al liceo Manzoni di Milano, la mia quinta ginnasio non è stata affatto diversa dalle altre classi. L'anno scolastico 1937-38 l'ho passato normalmente. Nessuno si aspettava una cosa così grossa."
3 agosto
il ministro Bottai vieta l'iscrizione di ebrei stranieri nelle scuole italiane.
1 settembre
Il consiglio dei ministri su proposta di Mussolini formula un decreto-legge con cui si vieta agli ebrei stranieri di fissare stabile dimora nel Regno, in Libia o nei possedimenti dell'Egeo. Erano revocate le concessioni di cittadinanza italiana a ebrei posteriori al l0 gennaio 1919. 2/3 settembre, nuovo decreto legge. Gli ebrei sono esclusi dagli uffici di insegnamento nelle scuole statali o con effetti legali, viene loro vietata l'iscrizione nelle stesse scuole. Gli ebrei membri di accademie, istituti e associazioni di scienze, lettere e arti, cessano di farne parte. È considerato di razza ebraica chi è nato da genitori entrambi ebrei.
9-11 novembre
Il gigantesco pogrom in tutta la Germania chiamato "La notte dei cristalli"
Piero Del Giudice
Milano, 1 maggio 2003
Da "Galatea" (5/2003, Lugano) | Indice generale