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Acqua: una lotta planetaria

Un bene vitale, un diritto di tutti

Questo anno si caratterizza come il precedente: 1,5 miliardi di persone non hanno ancora accesso all'acqua potabile 2,5 miliardi d'individui nel mondo non possiedono alcun servizio idrico sanitario, milioni di esseri umani nel mondo, in particolare donne e bambini, moriranno anche quest'anno per malattie dovute alla scarsa qualità o all'indisponibilità dell'acqua. Nei paesi poveri così come nei paesi emergenti dell'economia mondiale come la Cina stanno per essere deviati sciaguratamente ed irreversibilmente i corsi e le portate dei fiumi per costruire un numero formidabile di dighe (in alcune di queste opere le imprese del combinat del cemento e delle infrastrutture sono in prima fila). Il problema della scarsità della sperequazione nella gestione della risorse idrica è indubbiamente una questione planetaria, neanche vergognosamente nascosta come nel caso dei conflitti attuali in Medio Oriente.

Nei paesi ricchi il problema assume toni diversi la disponibilità della risorsa idrica comincia a scarseggiare, anche in conseguenza dei cambiamenti climatici globali, causati dalla dissennatezza dell'eccesso di missioni industriali ed automobilistiche.

L'Italia, e soprattutto il Mezzogiorno, è stato caratterizzato tra 2001 e il 2002 da una grave fase di siccità. Pure è grave la forte ingente di corsi d'acqua gravemente inquinati, con fogne e depurazione, quando esistono, non in grado talvolta di smaltire il carica inquinante, spesso causato da sversamenti illegali. Non dimentichiamo inoltre il significato primario per la criminalità organizzata dell'importanza degli appalti nel settore delle infrastrutture idriche.

Ma c'è dell'altro: l'Italia si è caratterizzata negli anni del centro sinistra come punta di diamante mondiale dell'ideologia selvaggia della privatizzazione dei servizi pubblici.

Insomma, si vuole vendere l'acqua al capitale privato per la gioia di quelle multinazionali che già pregustano il grande affare. Sono loro che stanno spingendo affinché l'acqua diventi un prodotto da mercato. Per fare un esempio, in Canada c'è stata un'impresa americana, che ha espresso la volontà di voler commercializzare (ed esportare) l'acqua dei grandi laghi e del fiume Saint Laurent. Altre compagnie statunitensi stanno avanzando identica richiesta.

Queste imprese si fanno forti delle loro ingenti disponibilità finanziarie la gestione del prezioso bene dell'umanità. Al tempo stesso c'è da fare i conti con l'entrata in gioco dei grandi produttori di bevande gassose come la Coca Cola e la Pepsi Cola, che si vanno ad inserire in un settore dove già ci sono i giganti dell'acqua minerali e di sorgente come Danone e Nestlé oppure gli specialisti dell'acqua trattata come la francese Vivendy.

Obiettivo: sfruttare al massimo ogni goccia di acqua esistente nel mondo la Danone ha acquisito la gestione di tre sorgenti: una in Indonesia, una in Cina e l'altra negli Stati Uniti.

La Nestlé ha iniziato a commercializzare in Pakistan la sua prima acqua "purificata". Proprio queste due multinazionali sono le più grandi produttrici nel mondo di acqua minerale e per conquistare il mercato mondiale si stanno lanciando all'accaparramento di sorgenti in ogni latitudine.

Parallelamente sia Nestlé che Danone non perdono di vista il settore dell'acqua "purificata", ritenuto importante per l'espansione mondiale: acqua di rubinetto trattata con l'aggiunta di minerali.

La guerra mondiale dell'acqua è lanciata. Da una parte le multinazionali si sfidano tra loro dall'altra l'acqua diminuisce sempre di più.

L'opposizione alla privatizzazione dell'acqua, comincia a prendere il via e si è già messa in moto una sensibilità, forte e decisa, a non lasciare, spazio ad alcun tentativi di mercificare il prezioso bene. In Canada, a Montreal, una manifestazione migliaia di persone scese in piazza ha fatto recedere le autorità del Quebec dalla messa in atto del piano di privatizzazione dell'acqua. Stessa situazione è accaduta a Panama dove la popolazione locale ha vinto il primo atto contro la concessione dell'acqua ai privati.

A Cochabamba, città della Bolivia, si sono verificati violenti scontri a seguito di una manifestazione pacifica organizzata dai violenti scontri a seguito di una manifestazione pacifica organizzata dai campesinos che protestavano contro uno sconsiderato aumento del prezzo dell'acqua, e della concessione dell'acqua che il governo aveva ceduto ad un consorzio di imprese.

In Inghilterra e nel Galles i consumatori protestano vivacemente contro la qualità del servizio e l'aumento delle tariffe. In Francia, con il caso Grenoble, si è passati dalla privatizzazione alla rimunicipalizzazione e in genere sono stati individuati ricorrenti irregolarità quali restrizioni della concorrenza scarsa trasparenza aumenti rapporti impari tra autorità locali e gestori, corruzione.

Nello scacchiere italiano le azioni e le reazioni non modificano i contenuti delle altre nazioni.

Infatti, con l'applicazione della legge Galli (art. 35) si sta attuando la trasformazione di fatto delle aziende e consorzi pubblici in società di capitali ovvero da servizi e beni pubblici in società di capitali che dovranno gestire. Con metodi e prezzi dichiaratamente privatistici il bene primario dell'umanità.

Nell'attività regionale a partire dalla Lombardia dove 100 sindaci hanno indetto un referendum avverso. Le decisioni dell'ente Regione allo scopo di rispettare il bene pubblico nella gestione delle risorse idriche che motivi dichiaratamente rispettosi della volontà popolare hanno fatto sì che sia portato in tutte le sedi democratiche al fine di smascherare l'interesse privatistico che ha fatto emanare alla giunta regionale. Questa assurda, incresciosa e deleteria legge.

La medesima situazione si sta costruendo in Toscana in quanto i referenti dello sciagurato principio privatistico stanno trasformando le aziende società pubbliche in Spa in cui le golden share sono a gestione privata. Le popolazioni toscane e lombarde si sono organizzate attraverso referendum e comitati per ripristinare il principio del bene e servizio pubblico affinché l'utilizzo dell'acqua sia sempre e comunque pubblico. Il movimento riunitosi a Livorno ha deciso di porre al primo posto che l'acqua è bene dell'umanità e non può per nessun motivo cadere nelle mani di privati.

Ciro Pisacane (Vicepresidente Comitato per l'acqua)
Firenze, 20 marzo 2003
da "Liberazione"