“Il Ministro delle infrastrutture Di Pietro intervenga per garantire la realizzazione del
tunnel lungo viale Lombardia e per difendere dalla speculazione edilizia l’area verde della
Cascinazza”.
A chiederlo, con due interrogazioni a risposta scritta presentate questa settimana a Palazzo Madama, è il
senatore di Rifondazione Comunista Gianni Confalonieri.
“Si tratta - spiega il senatore - di due questioni di fondamentale importanza per il nostro
territorio. Condizioni di viabilità ormai intollerabili rendono improrogabile l’interramento
del tratto monzese della Statale 36, opera peraltro già appaltata e finanziata, ma da anni
ferma al palo per responsabilità precise di Anas, del precedente governo e della Regione,
e ora incredibilmente stoppata con la revoca dell’affidamento dei lavori”.
Al Ministro, Confalonieri chiede quindi di intervenire nei confronti di Anas per accelerare l’iter
procedurale di avvio dell’opera, superando definitivamente ogni difficoltà tecnica,
in un rapporto trasparente con gli enti locali interessati; e di mantenere il finanziamento, più eventuali
integrazioni, avviando anche un tavolo permanente con le amministrazioni coinvolte per monitorare
l’avanzamento delle attività.
“Per quanto poi riguarda la Cascinazza – conclude Confalonieri – di fronte a una
maggioranza regionale piegata agli interessi forti al punto da privare il Comune della legittima
autonomia di governo del proprio territorio, regalando l’area alla speculazione edilizia di
Paolo Berlusconi, chiedo che il Ministro Di Pietro, nell’ambito delle sue competenze, si adoperi
per tutelare Monza. E che lo faccia intervenendo presso gli Enti interessati affinché sia
consentito all’amministrazione comunale di portare a termine l’iter del nuovo strumento
urbanistico cittadino”.
Interrogazione sulla Cascinazza
Cascinazza di Monza.
Photo by Arengario • info
Al Ministro delle Infrastrutture
Premesso che la Cascinazza è un’area del territorio di Monza di 723.467 metri quadrati,
di interesse paesaggistico, ecologico e con destinazione agricola, la cui proprietà, dal 1980, è della
Soc. I.E.I.; l’area in oggetto svolge un importante ruolo di salvaguardia dalle esondazioni
del fiume Lambro e da diversi decenni è in atto il tentativo di edificarla in modo esteso.
Considerato che questa pregiata area è contraddistinta da una travagliata storia urbanistica:
- nel 1962 venne stipulata una convenzione tra il Comune e l’Immobiliare Cascinazza di Monza
Spa. La lottizzazione prevedeva la possibilità di costruire 1 milione e 750mila metri cubi
in cambio della cessione a titolo gratuito di 282mila metri quadrati all’Amministrazione
comunale.
- Nel 1974 scadde la convenzione stipulata nel 1962 senza che alcuna licenza edilizia venisse
mai rilasciata.
- Nell’ottobre dello stesso anno venne approvata una variante di Piano regolatore generale
che ridusse gli indici di edificabilità a 764.300 metri cubi, poi ridotti ancora nel 1971
a 388.485 metri cubi.
- Con l’approvazione nel 1980 del Piano dei servizi, vennero eliminate le previsioni volumetriche
e fu introdotto un vincolo a verde e servizi per tutta l’area.
- Nel 1983 con la Legge regionale n.86 venne approvato il Piano regionale delle aree protette:
nella planimetria d’insieme l’area della Cascinazza risultava come facente parte del
Parco del Medio Lambro. Inspiegabilmente però tale area non comparve nella relativa tavola
particolareggiata del Parco citato.
- Nel 1989 la proprietà presentò nuovamente la richiesta perché fossero resi
edificabili 388.485 metri cubi, ma questa richiesta non venne accolta dall’Amministrazione
comunale, sulla base degli strumenti urbanistici vigenti.
- A metà anni ’90 venne adottata una Variante Generale al P.R.G. redatta dal Prof.
Leonardo Benevolo che salvava la Cascinazza, inserendola nel cosiddetto Parco di Cintura. La Variante
al Piano regolatore non vide l’approvazione definitivamente, a causa del cambio di amministrazione
comunale.
- La nuova amministrazione non portò a compimento la variante Benevolo e, nel marzo del
2002, approvò una variante che prevedeva la realizzazione di 220.000 metri cubi.
- Dal 2002, sulle aree agricole della Cascinazza, poste subito a ridosso del Lambro, il PAI (Piano
di Assetto Idrogelogico) definì un vincolo di inedificabilità assoluta (fascia A),
in quanto l’area stessa è interessata da notevoli fenomeni esondativi. Quei vincoli,
inspiegabilmente, vennero successivamente ridotti, nonostante il parere contrario del Comune di
Monza e dei Comuni posti a sud (Brugherio, Sesto San Giovanni e Cologno Monzese) che avevano anche
presentato specifica osservazione alla Regione e all’Autorità di Bacino e poi ricorso
al Tribunale delle Acque. Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale nel febbraio 2005, la variante
PAI in riduzione entrò in vigore, consentendo così l’edificabilità sull’area.
La società Istedin di Paolo Berlusconi, a soli 2 giorni dall’adozione di quella variante
da parte dell’Autorità di Bacino (3 Marzo 2004) presentò, per la parte interessata
da edificazione, un Piano di lottizzazione.
- Considerato inoltre che venne notificato un atto di citazione da parte della proprietà nei
confronti del Comune di Monza con una richiesta di danni per la mancata realizzazione della convenzione
stipulata nel 1962, a cui seguì una sentenza dalla Corte d’Appello favorevole alla
proprietà cassata poi dalla Corte di Cassazione il 20 settembre del 2002 e ribaltata dalla
Corte d’Appello di Milano (sempre a favore del Comune) a fine ottobre del 2004. La Corte
d’Appello respingeva la richiesta di risarcimento danni avanzata dall’Istituto per
l’edilizia industrializzata (Iei) di Paolo Berlusconi: circa 300 milioni di euro, per non
essere mai riusciti a costruire sull’area della Cascinazza di proprietà il milione
e mezzo di metri cubi previsti dalla convenzione stipulata con il Comune nel 1962.
Verificato che:
- nel dicembre del 2004, la Giunta Comunale deliberava una proposta di Variante al Piano Regolatore
Generale, cambiando destinazione d’uso alla Cascinazza che diventava così area verde,
entrando a far parte del Parco del Medio Lambro, un polmone agricolo che si estende fra Brugherio,
Sesto San Giovanni e Cologno Monzese e che prevede stretti vincoli ambientali e col mantenimento
sull’area della Cascinazza di una volumetria residua di circa 50 mila metri cubi, fra terziario
e residenziale;
- l’approvazione della variante al Piano regolatore è stata bloccata dall’entrata
in vigore della legge regionale 12/2005 “Legge per il governo del territorio” in cui è contenuto
un dispositivo che riguarda esclusivamente Monza e un solo altro Comune in Lombardia, Campione
d’Italia, e che vieta a queste amministrazioni di intervenire con variante poiché dotate
di Piano Regolatore Generale vigente approvato antecedentemente al 1975. E il Comune di Monza si
e' così trovato nella condizione di riavviare l’iter per l’approvazione del
proprio strumento urbanistico, il Piano di governo del territorio;
- è in fase di approvazione da parte del Consiglio Regionale della Lombardia un ulteriore
progetto di legge, di iniziativa della Giunta Regionale che prevede la riduzione delle salvaguardie
da cinque a tre anni che, se avallato, comporterebbe per Monza la caduta delle salvaguardie del
Piano adottato nel 2002 (che, anziché scadere nel 2007, sarebbero già scadute da
un anno) e il ritorno al Piano regolatore del 1971, con la possibilità di costruire sull’area
della Cascinazza centinaia di migliaia di metri cubi.
- Ritenuto incomprensibile e inaccettabile il rifiuto di introdurre nel dispositivo legislativo
una modifica che escludesse la retroattività del provvedimento nella parte relativa alle
salvaguardie in modo da consentire ai Comuni interessati di portare a termine l’approvazione
del Piano di Governo del Teritorio (proposta già deliberata dalla Giunta Comunale di Monza
e ora sottoposta all’adozione del Consiglio Comunale) e tutelando con le dovute salvaguardie
le aree non costruite e di pregio paesistico ed ambientale.
S'interroga il Ministro per sapere:
- Se intenda intervenire, nell’ambito dei propri poteri e delle proprie competenze, al fine
di tutelare il territorio della Cascinazza, area di grande interesse paesaggistico e ambientale.
- Se intenda intervenire presso gli Enti interessati affinché venga prodotta una mediazione
tra gli interessi del legislatore regionale e quelli dell’ente locale titolare della pianificazione
del proprio territorio, attraverso l’eliminazione della retroattività della legge
in approvazione al fine di consentire la conclusione dell’iter del nuovo strumento urbanistico
comunale.
Roma, 28 giugno 2006 Sen. Giovanni Confalonieri
Interrogazione su Viale Lombardia
Al Ministro delle Infrastrutture
Premesso che:
- l’Anas ha revocato l’aggiudicazione dei lavori di realizzazione del tunnel di viale
Lombardia a Monza, lungo la strada statale S.S. 36, opera tra le più importanti e urgenti
del territorio in ragione di una vera e propria emergenza ambientale.
- Venuto a conoscenza da organi di stampa locali che l’Anas sarebbe intenzionata a rifare
non solo la gara, ma anche lo stesso progetto della galleria da 1.800 metri andato in appalto quattro
anni fa, procedendo alla suddivisione dell’appalto in due stralci funzionali, uno per le
opere all’aperto e uno per le opere in galleria, per le cui attività sono stati presentati
i cronoprogrammi e le cui nuove modalità di gara, sempre secondo Anas, dovranno tenere conto
dell’aggiornamento dei prezzi e degli imprevisti emersi a proposito degli impianti e reti
nel sottosuolo da spostare (ben 270).
- Considerato che tali operazioni sarebbero contestuali all’avvio di un primo stralcio di
lavori relativi agli svincoli autostradali con la A4 Torino-Venezia e con la tangenziale nord nel
territorio di Cinisello Balsamo e alla tangenzialina di Muggiò e che ANAS si sarebbe impegnata
entro il mese di novembre a presentare uno studio in base al quale scegliere se mantenere la galleria
in artificiale o optare per tecniche di scavo a talpa, a suo giudizio, con minore impatto sul traffico
nella fase di cantiere.
- Considerato inoltre che in questa fase verrà verificata la disponibilità finanziaria
per l’intera opera, messa in gara nel 2002 per 115 milioni di euro, e nel frattempo sarà bandita
la gara per le opere di superficie.
- Ritenuto non più sopportabile da parte dei cittadini e delle amministrazioni locali il
continuo spostamento dei tempi di realizzazione dell’opera in oggetto e non più giustificabile
ogni ulteriore ritardo.
S'interroga il ministro per sapere:
- Se intenda intervenire, nell’ambito dei propri poteri e delle proprie competenze, nei
confronti di Anas, a cui fa capo ogni responsabilità contrattuale, per accelerare le attività e
l’iter procedurale per l’assegnazione dell’appalto e per la costruzione dell’opera,
superando definitivamente ogni difficoltà tecnica e procedurale in un rapporto chiaro e
trasparente con gli enti locali interessati all’opera, Comuni, Provincia e Regione;
- Se intenda intervenire a sostegno della priorità assoluta di quest’opera , garantendo
il mantenimento del finanziamento per la realizzazione di questo intervento e la sua eventuale
integrazione.
- Se non intenda promuovere e avviare un tavolo permanente con le amministrazioni interessate
al fine di monitorare l’avanzamento delle attività e per garantire, in tempi brevi,
l’espletamento della nuova gara d’appalto.
Roma, 28 giugno 2006 Sen. Giovanni Confalonieri
Milano, 29 giugno 2006