Salviamo dalla speculazione edilizia 5 kmq di area verde tra i comuni di Briosco, Renate e Veduggio e Besana a cavallo tra le province di Lecco e di Monza e della Brianza.

PARTE LA CAMPAGNA “SALVÈMM I CARIGG”

per adesioni: redazione@brianze.it

L’area dei Carigg è una grande area verde che si estende per circa 5 kmq tra i comuni di Briosco, Renate e Veduggio, lambendo anche il territorio di Besana nei pressi della Cascina Naresso.

In origine - migliaia di anni fa - i Carigg erano un grande lago, come quelli di Pusiano ed Oggiono. Essendo l’invaso meno profondo, progressivamente venne riempito dai depositi provenienti dai versanti e dal trasporto dei corsi d’acqua. La riduzione degli apporti idrici e lo svuotamento per un progressivo abbassamento della soglia del suo emissario principale - la Bevera - hanno portato alla trasformazione dei Carigg da lago a torbiera.

Il Cherubini, nel suo memorabile Vocabolario milanese-italiano del 1843, così scrive alla parola Carècc: “ Voce dell’Alto Milanese. Giuncaja. Giuncheto. Luogo pieno di giunchi o carici o caretti che si dicano; il Carectum dei Latini. Fra Renate e Bruscò in Brianza è un Carècc vastissimo”.

Oggi il lago dei Carigg è diventato una vera e propria oasi naturale nella Brianza cementificata: anello di congiunzione tra il Parco Valle del Lambro e il Parco Agricolo della Valletta. Centinaia di persone passeggiano lungo i sentieri recuperati dai volontari in questi anni, bikers attraversano contenti i ponticelli sul Fossarone e sulla Bevera, e innumerevoli specie di uccelli popolano quel che resta dei canneti.

Non vogliamo che la speculazione edilizia cancelli questo lembo di Brianza rimasto miracolosamente intatto, sotto lo sguardo severo del Resegone e la vigile sorveglianza del bianco mausoleo dei Visconti. Non servono soldi pubblici da spendere, né enti inutili da inventare: basta la volontà di conservare quello che Dio ci ha dato in affido...

Fotografie della zona dei Carigg :

Salvemm i carigg

Salvemm i carigg (Ingrandimento 1780x1040)

Photo by Sergio Mozzanica

Le immagini sono di Sergio Mozzanica di Renate, fotografo professionista per oltre vent'anni nel settore del design, ama documentare il territorio in cui vive attraverso immagini emotive.

Le immagini ed i testi successivi di Paolo Pirola e Matteo Barattieri sono state usate per la stampa di quattro cartoline a sostegno della campagna “Salvèmm i Carigg”.

La grafica è di Gianluca Zoia e la stampa presso A. G. Bellavite.

Salvemm i carigg

Salvemm i carigg (Ingrandimento 1780x1040)

Photo by Sergio Mozzanica

Salvemm i carigg

Salvemm i carigg (Ingrandimento 1780x1040)

Photo by Sergio Mozzanica

Salvemm i carigg

Salvemm i carigg (Ingrandimento 1780x1040)

Photo by Sergio Mozzanica

Salvemm i carigg

Salvemm i carigg (Ingrandimento 1780x1040)

Photo by Sergio Mozzanica

Presentazione di Paolo Pirola:

L’area dei Carigg è una grande area verde che si estende per circa 5 kmq tra i comuni di Briosco, Renate e Veduggio, lambendo anche il territorio di Besana nei pressi della Cascina Naresso.

In origine - parliamo di migliaia di anni fa - i Carigg erano un grande lago, come quelli di Pusiano ed Oggiono. Essendo l’invaso meno profondo, progressivamente venne riempito dai depositi provenienti dai versanti e dal trasporto dei corsi d’acqua.

La riduzione degli apporti idrici e lo svuotamento per un progressivo abbassamento della soglia del suo emissario principale – la Bevera – hanno portato alla trasformazione dei Carigg da lago a torbiera. Il Cherubini, nel suo memorabile Vocabolario milanese-italiano del 1843, così scrive alla parola Carècc: “  Voce  dell’Alto Milanese. Giuncaja. Giuncheto. Luogo pieno di giunchi o carici o caretti che si dicano; il Carectum dei Latini. Fra Renate e Bruscò in Brianza è un Carècc vastissimo.”

Oggi il lago dei Carigg è diventato una vera e propria oasi naturale nella Brianza cementificata.

Centinaia di persone passeggiano lungo i sentieri recuperati dai volontari in questi anni, bikers attraversano contenti i ponticelli sul Fossarone e sulla Bevera, e innumerevoli specie di uccelli popolano quel che resta dei canneti.

Non vogliamo che la speculazione edilizia cancelli questo lembo di Brianza rimasto miracolosamente intatto, sotto lo sguardo severo del Resegone e la vigile sorveglianza del bianco mausoleo dei Visconti. Non servono soldi pubblici da spendere, né enti inutili da inventare: basta la volontà di conservare quello che Dio ci ha dato in affido...

Presentazione di Matteo Barattieri:

Ambienti d’acqua, siepi, incolti e altri ecosistemi, molti dei quali sempre meno diffusi: il paesaggio dei Carigg è un mosaico molto articolato. Sono i territori che gli appassionati naturalisti, nella fattispecie quelli che girano con il binocolo, amano molto. La varietà di ambienti, anche in uno spazio non estesissimo, attira tante specie. Ai Carigg l’articolazione dello scenario non è l’unico aspetto interessante. Qui troviamo ecosistemi che, a livello europeo, stanno sempre più scomparendo. Si tratta dei sistemi di siepi, degli incolti, dei prati: situazioni collegate ad una agricoltura del passato che offre spazio a una grande varietà biologica. Un tempo erano molto diffusi, oggi i metodi di coltivazione su basi industriali e il sempre più sfrenato utilizzo delle aree verdi marginali – le famose aree “da valorizzare” – per costruire nuovi quartieri residenziali li stanno via via cancellando. Non è un caso che tra le specie di uccelli che più soffrono nel nostro continente vi siano proprio quelle legate alle zone agricole e agli ambiti ad esse immediatamente collegate. I Carigg rappresentano un residuo della campagna di una volta, ma non solo. Ad arricchire il tutto contribuisce anche la presenza dell’acqua.

Negli anni diversi appassionati hanno svolto uscite da queste parti, compilando una lista di specie molto interessante. Qui  girano tante specie di rapaci, tra i quali l’albanella reale e il lodolaio, animali seguiti con molta attenzione dagli enti che tutelano la fauna. Cinque specie di aironi frequentano il sito durante l’anno, sia in periodi di nidificazione che nel corso di spostamenti e migrazioni. Ma sono loro, i passeriformi, gli uccelli piccoli, i protagonisti principali. Gli zigoli, ad esempio, o diverse specie di fringillidi trovano in questo angolo di Brianza cibo e rifugio. Ci sono poi i passeriformi delle siepi e del canneto: su tutti il beccamoschino, molto poco diffuso dalle nostre parti, cannaiola e cannaiola verdognola, beccafico e capinera. Gli spazi incolti, tesori da proteggere, offrono spazio ad una specie sempre più in diminuzione: il bellissimo saltimpalo, per il quale può essere deleteria anche la sparizione di paletti e staccionate. Girando con il binocolo potremo incontrare i colori del martin pescatore, del gruccione e dell’upupa, o cercare la sempre meno comune tortora. O, nel periodo di migrazione, cercare nel crepuscolo il verso del misterioso succiacapre.</>

Sostengono l’iniziativa:

Paolo Pirola, Matteo Barattieri
Casatenovo, 22 aprile 2009