Rifondazione: “L’espansione serve solo alle lobby economiche e va fermata”.

Messa in mora europea per Malpensa 2000.

Il provvedimento a causa della mancata valutazione di impatto ambientale

"Le lobby economiche (in primo luogo Assolombarda) e le forze politiche che l'affiancano hanno voluto l'operazione Malpensa 2000 ed ora puntano a un insensato ampliamento dell'aeroporto, a proprio esclusivo vantaggio. Siamo contenti di aver contribuito a mettere uno stop con la nostra azione parlamentare europea".
Così Luigi Vinci, europarlamentare di Rifondazione comunista, nella conferenza stampa di stamattina sulla lettera di messa in mora, preludio alla procedura di infrazione, inviata dalla Commissione UE all'Italia per la mancata valutazione d'impatto ambientale relativa al progetto del 3° satellite a Malpensa 2000.
"Per l'aeroporto di Malpensa si è scelta una pessima ubicazione. Lo si è sganciato come una bomba su un territorio densamente popolato da 300.000 abitanti, devastando forse irrimediabilmente un parco naturale inserito nell'elenco dell'Unesco. Il Governo Berlusconi, millantando una ricaduta occupazionale di 50.000 posti di lavoro, era addirittura riuscito a far inserire Malpensa tra le 14 opere prioritarie europee. Alla fine, dopo le nostre interrogazioni e le conseguenti, ripetute richieste di informazioni al Governo italiano sul terzo satellite (per lo più ignorate o fornite in ritardo), anche la Commissione non ha potuto fare a meno di intervenire".

"Uno smisurato accrescimento della rete di trasporto privato delle merci su gomma, conseguente all'espansione di Malpensa 2000, rischia di costituire il suo pesantissimo 'indotto", aggiungono il segretario regionale Prc Ezio Locatelli e il segretario della Federazione milanese Augusto Rocchi. "Le nuove strade del Piano territoriale provinciale milanese non hanno altra funzione che questa, e con il fiorire dei progetti di poli logistici nell'area (vedi Alfa) il territorio rischia lo strangolamento senza il minimo vantaggio per la collettività: né per la mobilità pubblica - che permane del tutto trascurata -, né per l'occupazione. A Malpensa, infatti, i posti di lavoro da un lato calano, mentre, dall'altro, da stabili si stanno trasformando sempre più in precari.
"Diciamo no a qualsiasi ulteriore espansione di Malpensa, già adesso sovradimensionata. Chiediamo un ripensamento strutturale dello scalo in piena sintonia con quanto richiedono le popolazioni e le Amministrazioni locali direttamente coinvolte sul territorio. L'alternativa a questo disastro c'è, ed è quella di costruire un "Sistema integrato degli aeroporti del Nord Italia", per una diversa ripartizione del traffico aeroportuale, meno impattante per il territorio e le popolazioni locali., come da tempo propone Rifondazione.
"Quanto alla lettera di messa in mora per mancanza di valutazione di impatto ambientale, questa è la seconda a riguardare la Lombardia in pochi mesi, dopo quella riguardante l'impianto di smaltimento rifiuti di Dalmine. Un'ulteriore prova dell'inaffidabilità della giunta Formigoni e della sua politica di grandi opere all'insegna della deregulation, a vantaggio di pochi e a danno di tutti".

Roberto Porta
Milano, 10 novembre 2003