La crisi annunciata dell'Alitalia e Malpensa

Malpensa e Alitalia

Al Governo regionale di Formigoni va imputata l’assenza di scelte e di politiche adeguate nel settore aeroportuale: due hub (Malpensa e Fiumicino, ognuno dei quali debole e non adeguatamente strutturato e supportato per far fronte agli altri competitors) sono troppi e già si parla di un terzo hub a Montichiari!

Vecchio poster

Vecchio poster Alitalia

Oltre 7 anni fa, nel dossier su Malpensa, individuammo una proposta per uscire dal “BUCO NERO”, proposta che ha ancora una sua validità ma che va necessariamente aggiornata rispetto agli accadimenti e alle ultime notizie provenienti dal fronte economico e da quello politico-istituzionale.

La crisi profonda di Alitalia:

Scelte di sistema sbagliate

Ai Governi nazionali che si sono succeduti in questo ventennio ed al Governo regionale di Formigoni va imputata l’assenza di scelte e di politiche adeguate nel settore aeroportuale: due hub (ognuno dei quali debole e non adeguatamente strutturato e supportato per far fronte agli altri competitors), il mantenimento e, in taluni – non rari - casi il rafforzamento di scali limitrofi, anch’essi in competizione con l’hub (si pensi al caso Malpensa / Linate e/o Orio al Serio). Non solo, molti sono i voli di “feederaggio” che partono dagli aeroporti del nord e diretti nei principali hub europei dove i passeggeri trasbordano per raggiungere poi le mete intercontinentali.

Addirittura, abbiamo ancora nelle orecchie le dichiarazioni di Formigoni e dell’ex-assessore Corsaro relative alla volontà da parte della Giunta regionale lombarda di ampliare ulteriormente l’aerostazione di Milano Malpensa e, contestualmente, di creare un secondo hub lombardo a Montichiari (BS). Anche in questi giorni in cui si grida allo scandalo e si proclama guerra al governo romano, non mancano le contraddizioni: mentre si dichiara di volere il rilancio di Malpensa e del suo ruolo di hub, allo stesso tempo non si pone la questione del ridimensionamento di Linate, operazione funzionale al primo obiettivo. Anzi, si contrattano i soldi col governo per realizzare il collegamento col city Airport milanese con una nuova e veloce metropolitana che non solo migliorerà l’accessibilità allo scalo di Linate ma che ci porta a ritenere impensabile una riduzione del ruolo dello stesso aeroporto.

Già, i collegamenti: una metropolitana che collega Linate al cuore della città e il deserto in cui è sorta Malpensa. Basterebbe questo a prevedere il destino del sistema lombardo.

Come se ne esce

In primo luogo facendo una scelta di sistema. E’ evidente che due hub (Fiumicino e Malpensa) non possono coesistere. Lo diceva il buon senso, lo ha ribadito il “mercato”.

Si può dire di tutto: che la scelta ricade su Fiumicino per amicizie politiche e di campanile. La verità è che, nella situazione data, diviene ormai un scelta quasi “obbligata”.

Infatti se si vanno a guardare le due strategie (piano industriale Alitalia e offerta di Ryanair) e non ci si ferma alla propaganda, si vede che l’elemento comune è quello del ridimensionamento di ruolo di Milano Malpensa che non sarà più un hub.

In una logica di alleanze o vendita della compagnia di bandiera, l’opzione per Fiumicino hub e il ridimensionamento del ruolo (non di voli) di Milano Malpensa renderebbe l’operazione appetibile per AirFrance che allo stesso tempo rileverebbe una compagnia con poche spese e, dall’altro, eliminerebbe un concorrente a Parigi.

Non potrà esserci poi alcun automatismo di rimpiazzo di Alitalia che farà da Malpensa solo voli diretti, point-to-point, riducendo drasticamente il numero dei collegamenti intercontinentali.

E’ stato calcolato che verranno a mancare i transiti, che rappresentano circa il 34% dei 21,6 milioni di passeggeri annui dello scalo, oltre 7 milioni di passeggeri. I transiti inoltre sono un segmento ricco per ogni scalo: la gente in attesa mangia, compra, spende. Quei 150-170 voli in meno. Gli slot liberati potranno essere redistribuiti alle compagnie che ne faranno richiesta. Ma, ottenuti quegli slot, esse potranno volare solo verso destinazioni comunitarie e verso gli Stati Uniti, dove c’è libertà di collegamento. Tutte le altre mete sono regolate da diritti di traffico retti da trattati bilaterali, perciò a sostituire Alitalia potranno essere solo compagnie italiane, designate dal governo. Sul lungo raggio di linea oggi operano, con finalità turistiche, Blu Panorama (6 aerei), Eurofly (4 aerei), Livingston (2 aerei), Neos (2 aerei), Volare (gruppo Alitalia, 1 aereo). Se alcuni di questi vettori chiederanno di poter operare con diritti di lungo raggio ex Alitalia, potranno farlo – viste le loro caratteristiche e la loro flotta - solo con logica point-to-point

Allo stesso modo, l’offerta di Ryanair è quella di un investimento di 840 milioni di dollari in tre anni per il lancio di 60 nuove rotte dallo scalo lombardo, per portare sullo scalo lombardo 12 nuovi Boeing 737 entro il 2010; cinque l’anno prossimo, quattro entro il 2009 e tre entro il 2010. Le rotte internazionali che Ryanair vorrebbe istituire sono 50, più 10 collegamenti nazionali verso il Sud e le Isole. Una parte della proposta riguarda lo scalo di Orio al Serio e prevede un investimento di 280 milioni di dollari e 6 nuovi aerei entro il 2012.In cambio Ryanair chiede a Sea efficienza e prezzi molto più bassi e di non modificare la propria politica che è quella di non fare voli .

La proposta Formigoni di un vettore straniero che sostituisca Alitalia e salvi il ruolo hub non sta in piedi!

Detto ciò, è evidente che la situazione data non può che rilanciare la proposta di un Piano Integrato del Sistema Aeroportuale del Nord Italia in cui definire diversi scenari e stabilire, di conseguenza, i ruoli e le capacità delle singole infrastrutture presenti sul territorio dell'Italia settentrionale, la nostra proposta di 7 anni fa!.

Per gli aeroporti italiani è necessario ricercare un nuovo equilibrio tra Nord e Centro-Sud.

Per ciò che concerne gli aeroporti settentrionali possono essere riconosciuti ad essi vocazioni non esaustive ma prevalenti:

La definizione di un Piano Integrato del Sistema Aeroportuale del nord Italia consentirebbe:

ALITALIA E IL PRECEDENTE DI AIR FRANCE

Nei primi anni Novanta, Air France perse oltre 14 miliardi di franchi, una somma tutt’altro che modesta (più di 2 miliardi di euro, da rivalorizzare ovviamente per l’inflazione accumulata nel frattempo). Lo Stato francese, pur di fronte ai dubbi di Bruxelles, decise allora di ricapitalizzare per un importo di 20 miliardi di franchi. Le azioni strutturali messe in atto dal management negli anni successivi furono molteplici, al di là della fusione realizzata nel 1997 con Air Inter, la compagnia specializzata nelle linee interne:

  1. della redditività dei singoli scali CON LA CHIUSURA quelli che a breve e medio periodo non garantivano prospettive interessanti. Alcune delle rotte soppresse, altre destinazioni, furono allora soppresse, ma quando poi le condizioni di mercato sono cambiate, Air France ha deciso di tornare a servirle.
  2. decisione strategica di intensificare la rete dei collegamenti, aumentando sia le frequenze sulle linee principali sia il numero di destinazioni servite a cadenza giornaliera, di sopprimere gli scali intermedi e di lanciare l’hub di "Charles de Gaulle". Questa strategia è stata fondamentale per aumentare la percentuale del traffico totale che corrisponde a passeggeri in connessione. Oltretutto, la qualità dell’hub, più moderno e compatto rispetto a concorrenti come Londra Heathrow, lo sviluppo di un’allenza con Delta Airlines e l’alto numero delle connessioni e pertanto delle alternative, hanno fatto sì che per Air France la carta tariffaria non fosse l’unica da utilizzare per competere con i rivali.
  3. messa in atto di un sistema di tariffe del tipo yield management, capace cioè di modulare le proposte tariffarie a seconda delle condizioni di mercato.
  4. cinquecento misure puntuali di riduzione dei costi e di miglioramento della produttività

I NUMERI DI ALITALIA

Nel nostro Paese Alitalia serve 25 aeroporti operando 1.313 voli settimanali. In Europa ne serve 63 con 1.347 voli a settimana. Nel resto del mondo gli aerei Alitalia atterrano e decollano da 22 aeroporti con 124 voli settimanali. Dal 2001 Alitalia è parte dell’Alleanza internazionale SkyTeam che comprende alcune delle maggiori compagnie europee e mondiali – AeroMexico, Aeroflot, Air France, KLM, Continental, CSA Czech Airlines, Delta, Korean e Northwest - e serve con la propria rete di collegamenti 728 destinazioni in più di 130 Paesi del mondo.Nel 2005 hanno volato con Alitalia circa 24 milioni di passeggeri, con un incremento del 7,8% rispetto al 2004. In grande crescita, in particolare, l'offerta di collegamenti verso l'Est Europa, l'India e la Cina, mercati in forte espansione anche dal punto di vista della domanda di trasporto aereo. La Compagnia ha due hub di riferimento, Roma Fiumicino e Milano Malpensa, e una flotta di 179 aeromobili.

DATI DI TRAFFICO AEROPORTUALI 2007 – ITALIA (Gennaio - Luglio 2007)

RIEPILOGO GENNAIO-LUGLIO 2007

Traffico Totale Aereoporti Italiani 2006

PASSEGGERI GENNAIO-LUGLIO 2007

Passeggeri Aereoporti Italiani 2006

CARGO GENNAIO-LUGLIO 2007

Cargo  Aereoporti Italiani 2006

MOVIMENTI GENNAIO-LUGLIO 2007

Movimenti Aereoporti Italiani 2006
Daniele Cassanmagnago (Responsabile mobilità e trasporti del PRC - Lombardia)
Milano, 14 settembre 2007