Milano 02 Aprile 1999

Alla cortese att.ne del Ministro dei Lavori Pubblici Enrico Micheli

 

c.c. Ministro dei Trasporti Tiziano Treu

Ministro dell'ambiente Edo Ronchi

 

Oggetto: Autostrada Pedegronda o Pedemontana Lombarda

 

Signor Ministro,

siamo venuti a conoscenza della sua intenzione di imprimere una svolta alla vicenda Pedemontana o Pedegronda visto le insistenze dei rappresentanti della Regione Lombardia e delle organizzazioni imprenditoriali.

Se, come temiamo dalle dichiarazioni a Lei attribuite dalla stampa, la Sua intenzione è di procedere verso il finanziamento e la realizzazione dell'opera vorremmo ricordarle che in Lombardia esiste anche una realtà composta dai Sindaci e dalle popolazioni da loro rappresentate che si vedono continuamente ignorati o addirittura descritti come gli artefici del boicottaggio del progetto in questione.

Se Lei volesse ascoltare anche le ragioni di chi si oppone a questo progetto capirebbe che vi è un limite alla sopportazione dei danni prodotti dalla mobilità su gomma oltre il quale è difficile andare senza incorrere in sollevazioni popolari che giustamente difendono il diritto ad una qualità della vita accettabile.

Vorremmo ricordarle che questo progetto si basa su una concessione ministeriale del 1989, dieci anni fa, che indicava in maniera precisa un percorso Varese - Como - Lecco - Bergamo.

Quel progetto fu bocciato nel 1992 dai Sindaci a dalle popolazioni coinvolte. Già a quell'epoca l'indicazione fu chiara: occorreva rilanciare nel Nord della Lombardia il trasporto pubblico e quello ferroviario per le merci. Le buone intenzioni rimasero sulla carta e divennero materiale elettorale di tutte le forze politiche che si presentarono successivamente al governo della Regione.

Nei fatti la concessione non venne ritirata e si continuò a tracciare improbabili linee di pennarello su cartine geografiche ignorando i problemi dei territori di volta in volta prescelti.

Nel ricordarle che tutti i nuovi percorsi hanno ben poco a che fare con la concessione originale, oggi siamo addirittura arrivati a giustificare nell'ultima ipotesi due autostrade che corrono parallele tra di loro a pochi chilometri di distanza. Questa è la realtà dei due tratti Varese-Como e Busto-Cermenate.

Mentre rimangono immutati tutti i problemi dell'ultimo percorso individuato nelle tratte delle province di Milano e Bergamo. Problemi che il suo predecessore Ministro Costa aveva verificato nel convegno di Triuggio del 1998 e che l'avevano portato a dichiarare che senza il consenso delle popolazioni coinvolte non si sarebbe potuto procedere nella realizzazione dell'autostrada in oggetto.

I problemi, che anche lei potrà verificare parlando con i Sindaci, denunciano un drammatico esaurimento del territorio in tutte le aree coinvolte ed una assoluta mancanza di infrastrutture di trasporto degne di una metropoli multipolare. I problemi di mobilità in queste aree sono sempre stati risolti con nuove strade e la relativa incentivazione del trasporto su gomma facendoci raggiungere livelli di motorizzazione e Km di asfalto da primato planetario. Il tutto ha portato ad un risvolto drammatico in termini di inquinamento e di congestione da traffico.

E' preoccupante che in questo scenario ci si ritrovi di nuovo a proporre nuove strade come soluzione ad un problema che denuncia in maniera inequivocabile i limiti di un modello di mobilità insostenibile dal territorio.

L'assurdità di tale proposta è denunciata dal fatto che gran parte del percorso prescelto corra sulla fondamenta delle abitazioni di migliaia di cittadini Lombardi e nei pochi spazi ritenuti liberi in realtà devasta quei pochi parchi o aree verdi faticosamente salvaguardati dalle amministrazioni comunali.

Forse non le è stato detto che non sono solo i Sindaci, con le loro popolazioni, dell'area Milanese ad opporsi all'autostrada ma anche quelli delle Province di Bergamo, Como e Varese sono sulle stesse posizioni. La Regione da voce alle Province le quali, a parte quella di Milano, hanno sottoscritto un protocollo d'intesa ignorando e trascurando il parere e la volontà dei Sindaci interessati.

Mentre la Regione propone un'opera che sposa sempre e solo gli interessi di chi ha fatto della mobilità su gomma l'unico modello per i nostri territori, chiedendo ai Sindaci contrari una rinuncia alle loro ragioni, nessuno propone ai sostenitori del progetto la medesima rinuncia in nome di un mercato della mobilità da loro stessi monopolizzato con un'unica proposta.

Se Lei vorrà ascoltare anche la voce dei Sindaci e delle popolazioni coinvolte capirà che è in gioco la sostenibilità della vita dei territori prescelti dagli ultimi tratti di pennarello. Altrimenti se questa vicenda dovesse proseguire nei termini prospettati dai fautori del progetto è sicuro che i conflitti non verranno appianati ma bensì moltiplicati.

Distinti Saluti

Coordinamento Comitati Spontanei