LA FABBRICA GLOBALE ED I COTTIMISTI DEL TEMPO

 

E' finita l'era della fabbrica fordista e la catena di montaggio non c'è più. I magazzini sono scomparsi, ha vinto il modello "just in time". Le aziende hanno bisogno di collaboratori a tempo e senza sede di lavoro fissa. Tutte frasi che ben riassumono i profondi cambiamenti che attraversano il mondo produttivo e le nuove metodologie produttive.

Se è vero che robotica ed informatica hanno compresso le necessità di forza lavoro è altrettanto evidente che il modello che prevedeva la produzione completa e finita di un qualsiasi bene presso lo stesso impianto è terminato. Gran parte dei prodotti finali che noi acquistiamo hanno visto la loro crescita ed assemblaggio nei posti più disparati del nostro pianeta.

La fabbrica globale prevede stazioni di lavoro presso i territori più vantaggiosi dal punto di vista del costo del lavoro, delle politiche fiscali e degli obblighi di rispetto ambientale.

La catena di montaggio non è scomparsa si è solo dilatata a dismisura fino a confondersi e nascondersi con altre necessità ma è li che corre ogni giorno sulle strade e le autostrade del nostro territorio. Con un grosso cambiamento nel controllo dei tempi e dei modi. Non serve più l'odioso caposquadra che detta i ritmi e verifica i tempi adesso siamo noi in prima persona i responsabili del tempo di trasporto perché il contratto è nostro e più merci trasportiamo più guadagniamo. Come abbassare il tempo di consegna se non chiedendo mezzi sempre più capaci e veloci e strade sempre più grandi e libere?

Il benessere ci ha consentito di acquistare case sempre più distanti dal posto di lavoro, in luoghi più piacevoli e tranquilli delle città, ed anche se le si cercassero vicino all'ufficio sarebbe uno sforzo inutile l'azienda d'oggi cambia sede velocemente in cerca di posti più vantaggiosi economicamente. E' scontato che tutti si sia dotati di un'automobile e che il tempo viaggio non è un problema aziendale. Il tempo di guida è però un problema nostro, la vita non possiamo sprecarla guidando, quindi chiediamo auto sempre più veloci e nuove strade.

Se poi pensiamo allo svago ed al divertimento come non progettare viaggi in auto sempre più lunghi ed a velocità sempre più alte? L'autostrada fino alla pista da sci o fino alla spiaggia estiva è una necessità ineluttabile non possiamo perdere tempo in coda.

Per quanto riguarda i bisogni primari la situazione non cambia. In auto per acquistare acqua pulita che una volta scorreva dai rubinetti. In auto per acquistare alimenti e vestiario che una volta trovavamo nella via sotto casa o nella piazza più vicina. Un centro commerciale con una nuova veloce strada per arrivarci è bisogno primario.

Se qualcuno contesta che questa sovrapposizione di flussi degna di un magazziniere impazzito comporta anche dei costi sociali in incidenti, feriti e morti non ha capito nulla. Gli incidenti bloccano la catena di montaggio occorre semmai prevedere nuove percorsi paralleli agli attuali.

Una grande rivoluzione abbiamo compiuto negli ultimi anni, ci siamo fatti carico economicamente e socialmente dei tempi e dei modi della catena e quindi ci diamo ritmi sempre più alti entrando in competizione con i nostri colleghi a fianco e massacrando il territorio e l'ambiente con nuove infrastrutture ridondanti.

Comunque nei casi peggiori di congestione possiamo stare tranquilli ci sono gli imprenditori che organizzano convegni per spiegare ai nostri politici che il territorio è fattore fondamentale di competizione e non può essere da ostacolo alle nuove catene di montaggio.

E se la piantassimo di voler comprimere la costante tempo e ricominciassimo ad usarla in maniera più intelligente?

 

Coordinamento Comitati Spontanei