Le forzature e gli atteggiamenti autoritari della Regione non risolvono i problemi dei Comuni.
I problemi della mobilità richiedono una risposta diversa dall'autostrada di Formigoni e Corsaro.

L'Assessore Corsaro ha deciso di convocare e chiudere la Pre-conferenza dei Servizi sulla Pedegronda e sul sistema viabilistico pedemontano nonostante il persistere del parere negativo di decine di Comuni.

Con un'atteggiamento inaccettabile, ha escluso qualsiasi tipo di verifica dell'ipotesi avanzata dai tecnici del Politecnico di Milano incaricati daIle amministrazioni comunali che poneva come una delle possibili alternative all'asse autostradale della Regione la costruzione di una rete della viabilità pedemontana più adatta a rispondere ai problemi locali e meno impattante dal punto di vista ambientale.

Questo atteggiamento autoritario dell'assessore regionale ha dimostrato una volta di più che l'apparente percorso di coinvolgimento dei Comuni avviato dalla Regione, altro non era che un semplice rispetto della forma e che, viceversa, la partecipazione non poteva e non doveva giungere alla formulazione di scenari alternativi.

Nella seduta del 15 marzo scorso, Corsaro ha concluso che l'ipotesi dei tecnici del Politecnico era incompatibile con quella della Giunta Regionale: l'autostrada non va messa in discussione, la conferenza dei servizi può essere chiusa a maggioranza.

Il percorso di analisi e di approfondimento delle amministrazioni è stato così vanificato da questo atteggiamento irresponsabile della Giunta regionale; tanto più irresponsabile se si pensa alla copertura data da Corsaro alla società Pedemontana S.p.A. che, volutamente, non ha mantenuto gli impegni assunti di fronte ai Comuni, ovvero alla produzione dello studio sui flussi di traffico, necessario alla valutazione e alla scelta della migliore soluzione alla domanda di mobilità dell'area pedemontana.

Senza questo studio tutto può essere disinvoltamente sostenuto senza essere però dimostrato.

La Regione dice: esiste nell'area pedemontana una domanda di mobilità locale ed una domanda di mobilità regionale alle quali va data una risposta ed una sola è la soluzione: l'autostrada.

La verità è che l'autostrada è l'unica soluzione che attrae i capitali privati e che assicura ai costruttori e ai gestori sicuri guadagni attraverso il pagamento delle tariffe di pedaggio .

L'assessore regionale ha avuto buon gioco nel dividere i sindaci nei diversi tavoli tecnici-istituzionali che dovevano servire ad approfondire le problematiche inerenti le diverse tratte della Pedegronda e a portarli, divisi, all'appuntamento del 15 marzo scorso. Non ha fatto altro che registrare le diverse posizioni ed acquisire un risultato a maggioranza, risultato che intende confermare alla conferenza dei servizi che intende convocare alla presenza del ministro competente per mettere definitivamente a tacere i Comuni dissenzienti e per realizzare la sua autostrada.

A questo esito negativo hanno contribuito in modo decisivo le Province ed alcuni Comuni che all'unità e alla solidarietà fra amministrazioni locali hanno preferito il gioco di appartenenza politica.

Ma le scorciatoie e le forzature non sono utili!

Rifondazione Comunista nel dichiarare il proprio disappunto per l'atteggiamento della Regione, ribadisce la propia posizione di contrarietà nei confronti della soluzione autostradale avanzata dalla Regione Lombardia per la viabilità nell'area pedemontana.

L'ipotesi dell'autostrada deve essere valutata contestualmente a quella della sua alternativa, la costruzione della rete della viabilità dell'area pedemontana.

E la scelta deve essere effettuata sulla base di dati oggettivi e scientifici.

Rifondazione Comunista promuoverà iniziative in tutte le sedi istituzionali e tra la gente, affinchè ai problemi della mobilità e dei trasporti venga data una risposta diversa, sostenibile dal punto di vista sociale, economico ed ambientale.

 

PRC Lombardia, Prc Brianza
Vimercate, 21 marzo 2001