PEDEGRONDA E SISTEMA VIABILISTICO PEDEMONTANO
I problemi della mobilità e del traffico dei cittadini e dei Comuni hanno bisogno di una risposta diversa dall'autostrada di Formigoni e Corsaro.

L'Assessore Corsaro ha deciso di convocare e chiudere la Pre-conferenza dei Servizi sulla Pedegronda e sul sistema viabilistico pedemontano che intreressano ben novantasette Comuni, quattro Enti Parco e cinque Province, e sui quali permane il parere negativo di decine di Comuni, in particolare quelli della tratta Vimercate-Brembate.

Con un'atteggiamento inaccettabile, ha escluso qualsiasi tipo di verifica dell'ipotesi avanzata dai tecnici del Politecnico di Milano incaricati daIle amministrazioni comunali che poneva come una delle possibili alternative all'asse autostradale della Regione la costruzione di una rete della viabilità pedemontana più adatta a rispondere ai problemi locali e meno impattante dal punto di vista ambientale.

Questo atteggiamento autoritario dell'assessore regionale ha dimostrato una volta di più che l'apparente percorso di coinvolgimento dei Comuni avviato dalla Regione, altro non era che un semplice rispetto della forma e che, viceversa, la partecipazione non poteva e non doveva giungere alla formulazione di scenari alternativi.

Nella seduta del 15 marzo scorso, Corsaro ha concluso che l'ipotesi dei tecnici del Politecnico era incompatibile con quella della Giunta Regionale: l'autostrada non va messa in discussione, la conferenza dei servizi può essere chiusa a maggioranza.

Il percorso di analisi e di approfondimento delle amministrazioni è stato così vanificato da questo atteggiamento irresponsabile della Giunta regionale; tanto più irresponsabile se si pensa alla copertura data da Corsaro alla società Pedemontana S.p.A. che, volutamente, non ha mantenuto gli impegni assunti di fronte ai Comuni, ovvero alla produzione dello studio sui flussi di traffico, necessario alla valutazione e alla scelta della migliore soluzione alla domanda di mobilità dell'area pedemontana.

Senza questo studio tutto può essere disinvoltamente sostenuto senza essere però dimostrato.

La Regione dice: esiste nell'area pedemontana una domanda di mobilità locale ed una domanda di mobilità regionale alle quali va data una risposta ed una sola è la soluzione: l'autostrada.

La verità è che l'autostrada è l'unica soluzione che attrae i capitali privati e che assicura ai costruttori e ai gestori sicuri guadagni attraverso il pagamento delle tariffe di pedaggio . Che l'autostrada fosse l'unica soluzione presente nella testa di chi governa la Regione Lombardia ce ne eravamo accorti da tempo. Ne abbiamo avuto la conferma con l'approvazione da parte del Consiglio Regionale (col voto contrario di Rifondazione Comunista e del centrosinistra) di una nuova legge regionale per la costruzione e la gestione delle nuove autostrade "regionali": Pedegronda, BreBeMi, nuova tangenziale est di Milano.

Ritornando alla Pedegronda, l'assessore regionale ha avuto buon gioco nel dividere i sindaci nei diversi tavoli tecnici-istituzionali che dovevano servire ad approfondire le problematiche inerenti le diverse tratte della Pedegronda e a portarli, divisi, all'appuntamento del 15 marzo scorso. Non ha fatto altro che registrare le diverse posizioni ed acquisire un risultato a maggioranza, risultato che intende confermare alla conferenza dei servizi che sarà convocata dal ministro competente per mettere definitivamente a tacere i Comuni dissenzienti e per realizzare la sua autostrada.

A questo esito negativo hanno contribuito in modo decisivo le Province ed alcuni Comuni che all'unità e alla solidarietà fra amministrazioni locali hanno preferito il gioco di appartenenza politica. Ma le scorciatoie e le forzature non sono utili!

Non sono utili poiché i problemi di mobilità rimangono irrisolti. Ed è proprio per questo motivo che Rifondazione Comunista, nel dichiarare il proprio disappunto per l'atteggiamento della Regione, ha ribadito la propia posizione di contrarietà nei confronti della soluzione autostradale avanzata dalla Regione Lombardia per la viabilità nell'area pedemontana.

L'ipotesi dell'autostrada deve essere valutata contestualmente a quella della sua alternativa, la costruzione della rete della viabilità dell'area pedemontana e la connessione di quest'ultima al sistema ferroviario e del trasporto pubblico locale opportunamente potenziato e riqualificato.

Questa integrazione tra ferrovia, trasporto pubblico e strada, per noi significa costruire aree e stazioni di interscambio, intervenire sulla manutenzione e sulla sicurezza delle attuali strade, costruire tratti limitati di strade sovracomunali (di caratteristiche quindi differenti dalle autostrade) con la funzione di completamento della rete, in modo da dare una risposta a quel traffico che sarebbe impensabile trasferire nell'immediato sulla rotaia.

Mentre il trasporto delle merci e delle persone a lungo raggio deve essere trasferito su rotaia. Il sistema dei trasporti lombardo deve essere riequilibrato!

La vicenda Pedegronda riporta inoltre alla luce un altro problema, ovvero la questione della democrazia istituzionale: dobbiamo richiedere che venga colmato quel deficit di democrazia e di partecipazione attraverso la convocazione di consigli comunali e provinciali, di iniziative pubbliche che coinvolgano i cittadini e le comunità locali prima di decidere in merito alla realizzazione di quest'opera. La scelta rispetto ai diritti dei cittadini alla salute, all'ambiente, alla mobilità e ai trasporti non è un affare ad esclusivo appannaggio degli organi esecutivi. A decidere preventivamente su un'infrastruttura che, se realizzata, peggiorerebbe la qualità della vita delle comunità locali devono essere chiamati i cittadini e gli interi Consigli comunali e provinciali.

A tal proposito le comuniste ed i comunisti si sono impegnati, e lo saranno anche in futuro, a promuovere assemblee pubbliche, anche unitarie, e far si che i sindaci portino in discussione le soluzioni che si intendono adottare.

Rifondazione Comunista promuoverà iniziative in tutte le sedi istituzionali e tra la gente, affinchè ai problemi della mobilità e dei trasporti venga data una risposta diversa, sostenibile dal punto di vista sociale, economico ed ambientale.

Daniele Cassanmagnago
Responsabile regionale Trasporti PRC
5 aprile 2001
da "L'Altra Bergano"