No all'accordo separato!
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La scelta della FIM Cisl e della UILM di sottoscrivere un accordo contrattuale separato con il padronato di Federmeccanica e di Confindustria è semplicemente gravissima e antidemocratica, anche per gli effetti deleteri che rischia di produrre sulle numerose crisi aziendali in atto. L’accordo separato rappresenta un vero e proprio attentato alla resistenza dei lavoratori di fronte alla crisi.
Ormai da tempo queste due organizzazioni di categoria e le loro rispettive confederazioni hanno deciso di trasformarsi in strumenti utili per aiutare padroni e governo a cancellare le residue conquiste operaie del dopoguerra e degli anni Settanta. Vogliono dunque contribuire a cancellare il contratto nazionale e a rendere salario e diritti subordinati all'arbitrio padronale.
Il settore metalmeccanico e informatico è oggi tra quelli più colpiti. È così in Italia ed è così in particolare in Lombardia. Lunghissimo è l’elenco di crisi e vertenze, dove la tenuta dei lavoratori e della speranza di salvaguardare attività produttive e occupazione sono appesi anche alla capacità di stare uniti. Inserire dall’alto divisioni, così dirompenti e violente, rischia di produrre confusione e di favorire l’erosione di posti di lavoro.
Non ci sorprende che la parte padronale, cioè Federmeccanica, voglia giocare fino in fondo al tanto peggio tanto meglio, ma ci scandalizza che i vertici di Fim e Uilm non siano stati capaci di anteporre gli interessi dei lavoratori a quelli della propria bottega, nemmeno nel momento più duro della crisi.
C’è un unico modo per uscire da questa situazione e per non compromettere le lotte per i posti di lavoro: la parola va restituita ai lavoratori e alle lavoratrici.