Dopo i risultati delle primarie

Un nuovo gioco: quale programma per l'Unione?

Sei schede in cui si mettono a confronto i cosiddetti “Principi dell’Unione” e le posizioni sintetiche del programma delle primarie di Prodi e Bertinotti.

Come si può vedere nell’articolo “ I segni delle primarie”, dai risultati delle primarie, emerge che il Prc ha ottenuto un risultato modesto. E’ pensabile che questo scarso risultato influenzerà poco il programma di Prodi. Probabilmente molti dei sostenitori di Bertinotti, già lo pensano. Ma fino a che punto il Prc sarà disposto ad ingoiare posizioni molto diverse dalle sue?

Non lo sappiamo. Ma per seguire questa interessante disputa abbiamo costruito sei schede dove mettiamo a confronto i cosiddetti “Principi dell’unione e le posizioni sintetiche del programma delle primarie di Prodi e Bertinotti. Quello che uscirà come stesura definitiva del programma dell’Unione ancora non è dato a sapere, e quindi è per ora uno spazio bianco. E’ dunque un work in progress che tutti assieme potremo seguire, anche se le previsioni, partendo dai differenti approcci dei nostri due, non sono per niente positive.

Chi è Prodi

E’ utile ricordare la biografia del vincitore delle primarie, per chi se la fosse dimenticata, facciamocela raccontare dall’interessato, direttamente dal suo sito:

“.. Mi sono poi specializzato alla London School of Economics sotto la supervisione di Basil Yamey, titolare della cattedra di Industrial Economics. Per 25 anni ho insegnato Economia e politica industriale alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna, dove avevo iniziato la mia attività didattica e di ricerca alla metà degli anni Sessanta. Sono stato visiting professor alla Harvard University e allo Stanford Research Institute.

La mia formazione personale è stata fortemente guidata dall’incontro con alcune persone che mi hanno segnato nel profondo e dalle quali ho imparato molto, tra i quali Beniamino Andreatta.

Professionalmente, all’insegnamento ho unito un’intensa attività di ricerca, che si è subito indirizzata verso due temi divenuti poi classici negli studi di Economia industriale: lo sviluppo delle piccole e medie imprese e dei distretti industriali e la politica antitrust. Ho partecipato alla fondazione della “Scuola italiana di Economia Industriale” insieme a Giacomo Becattini, Franco Momigliano e Paolo Sylos Labini.

In seguito ho studiato e approfondito le relazioni fra Stato e Mercato; le politiche di privatizzazione; il ruolo centrale giocato dai sistemi scolastici nella promozione dello sviluppo economico e della coesione sociale; il processo di integrazione europea e, all’indomani del crollo del Muro di Berlino, la dinamica dei diversi “modelli di capitalismo”.

Dal 1974 al 1978 ho presieduto la Società Editrice Il Mulino. Nel 1981 ho fondato Nomisma, che si è affermata come una delle principali società italiane di studi economici, e sino al 1995 ne ho presieduto il Comitato scientifico. Per molti anni, accanto a collaborazioni con riviste specializzate e con alcuni dei più importanti quotidiani italiani come editorialista, ho diretto l’Industria-Rivista di economia e politica industriale. Nel 1992 ho condotto su RaiUno il programma televisivo “Il tempo delle scelte”, una serie di sei lezioni sull’economia.”

“..Alla ricerca e all’insegnamento universitario, intenso e gratificante, ho accompagnato una costante passione per la politica come via per rendere l’Italia un Paese moderno e all’altezza delle sue potenzialità. Dal novembre 1978 al marzo 1979 sono stato Ministro dell’Industria. Dal novembre 1982 all’ottobre 1989 ho presieduto l’Istituto per la Ricostruzione Industriale. Sotto la mia presidenza, l’IRI ha attraversato una fase di profondo risanamento, impostando anche il processo di trasformazione e preparando le imprese alla privatizzazione.
Richiamato alla sua guida nel maggio 1993, ho condotto in porto la privatizzazione di importanti aziende, quali il Credito Italiano e la Banca Commerciale Italiana.

Nel febbraio 1995 ho dato vita all’Ulivo, e abbiamo iniziato a percorrere l’entusiasmante strada che ci ha fatto vincere le elezioni e che mi ha portato a diventare Presidente del Consiglio dei ministri. Un viaggio compiuto insieme a tanti di voi che hanno condiviso con me le molte gioie e qualche amarezza di quegli anni: la grande vittoria del 1996, il Governo dell’Ulivo e la sfida vinta dell’Euro, l’avvio del risanamento e della modernizzazione dell’Italia, fino alla crisi parlamentare del 1998.

Dal 1999 ho avuto il privilegio di vivere la straordinaria esperienza di Presidente della Commissione europea che mi ha fatto incontrare e conoscere a fondo la realtà del mondo e mi ha confermato quanto il mondo abbia bisogno dell’Europa e quanto l’Europa abbia bisogno di un’Italia forte e affidabile. Sono stati gli anni dell’Euro, dell’Allargamento, della Costituzione europea, ma soprattutto del rafforzamento di un’idea condivisa di unità europea.”

Tutti gli uomini di Prodi

Per stendere materialmente il programma ci si avvale di solito di “specialisti delle varie branche”, vediamo chi sono e capiremo perchè la sinistra alternativa non può sperare più di tanto sulle proposte programmatiche prodiane.

L’elenco dei “collaboratori” di Prodi ammonta a circa 45 uomini, scelti fra le "teste d'uovo" facenti capo alle più potenti lobby del mondo politico, accademico, dell'industria, dell'alta finanza, del giornalismo e del clero. Essi formano in parte la cosiddetta “Fabbrica del Programma” di Romano Prodi

Secondo la lista pubblicata da "l'Unità", tra i collaboratori più stretti, che formano lo staff dell'ufficio stampa e comunicazioni, spiccano Daniela Flamini e Ricki Levi, rispettivamente segretaria e portavoce personale, che hanno seguito Prodi da Bruxelles. Il ruolo di respoonsabile della comunicazione è affidato invece a Rodolfo Brancoli, direttore della casa editrice bresciana "Governareper" che fra l'altro è anche il nome della "fondazione-cassaforte" di Prodi dove coinfluiscono i fondi per le primarie e le politiche e i cui cordoni sono affidati al tesoriere Mario Epifani, noto avvocato genovese.
Dell'uffico stampa fanno parte anche Gad Lerner e l'ex giornalista della Rai ora europarlamentare dei Ds Lilly Gruber alla quale Prodi vorrebbe affidare la comunicazione della Federazione ulivista.

Consulente politico è Franco Mosconi, docente di economia già nello staff di Palazzo Chigi a Bruxelles. Mentre il compito di raccogliere fondi e di tenere i conti della campagna elettorale è affidato all'imprenditore Angelo Rovati, ex presidente della Lega Basket, e alla sua consorte Chiara Boni, stilista e assessore regionale in Toscana.
Sul fronte intellettuale gran parte dell'entourage prodiano ruota intorno all'associazione cattolica "Il Mulino" nata intorno all'omonima rivista ora diretta da Edmondo Berselli e il cui laboratorio politico è l'Istituto Cattaneo. Fanno parte fra gli altri il politologo Ilvo Diamanti e il sociologo del lavoro Bruno Manghi, sindacalista Cisl negli anni '70.

Per quanto riguarda invece il fronte economico , si tratta di manager tutti amici di vecchia data. Per le questioni di politica energetica e telecomunicazioni l'uomo chiave è Alessandro Ovi, ex collaboratore di Prodi fin dai tempi della privatizzazione dell'Iri, ex top manager Telecom, poi Tecnitel e Generali, candidato alla poltrona di direttore generale della Rai col primo governo Prodi.

Per le questioni agricole il consulente di fiducia è l'ex ministro dell'Agricoltura Paolo De Castro, presidente fino al maggio scorso del centro studi economico "Nomisma", fondato da Prodi nel 1981.

Per il welfare, oltre a sua moglie Flavia Franzoni e al cattolico torinese Onorato Castellino, il punto di riferimento è Tito Boeri, dieci anni trascorsi ai vertici dell'Ocse, consulente del Fmi, Ue e Banca Mondiale, nonché moderatore della comunità on line di economisti liberali "La Voce".

Con l'arrivo di Montezemolo il clima in via Dell'Astronomia adesso sembra molto più favorevole a Prodi che all'interno di Confindustria vanta diversi "interlocutori attenti" fra cui spiccano Andrea Pininfarina, Alberto Bombassei, Innocenzo Cipolletta e Anna Maria Artoni, presidente dei giovani industriali e candidata a una poltrona di ministro in un futuro governo Prodi due. Poi ci sono gli amici delle biciclettate come Piero Gnudi, presidente dell'Enel, e il padrone della Granarolo Luciano Stia.

Tra i "battitori liberi" spiccano invece Fabiano Fabiani, attuale presidente Acea che Prodi nominò ai vertici di Finmeccanica; Fabio Gobbo, professore di Economia alla Luiss, ex membro dell'Antitrust e legato a doppio filo a "Il Mulino" e a "Nomisma". Fra gli altri economisti di fiducia figurano il bolognese Paolo Onofri, docente di politica economica, ex consulente dei governi Prodi e Amato, collaboratore della rivista "Il Mulino" e oggi probabile capo del dipartimento della "fabbrica del programma"; Marcello De Cecco e Piero Giarda, sponsorizzati da Prodi alla candidatura per la poltrona di governatore della Lombardia contro Formigoni.

Sul fronte delle banche e dell'alta finanza Prodi conta sulle relazioni con il presidente di Banca Intesa, Giovanni Bazzoli. Un altro grande amico di vecchia data è Alessandro Profumo, presidente di UniCredit, che insieme a Bazzoli costituiva il duo di riferimento prodiano nella Mediobanca di Cuccia e Maranghi.

Attraverso Luciano Segre, in passato legato alla sinistra DC di Donat Cattin e Giovanni Goria, Prodi può contare sull'appoggio di Piero Modiano, che ha lasciato UniCredit su invito di Enrico Salza che lo ha voluto al vertice del San Paolo Imi. Inoltre Segre, che è stato anche estensore occulto dei documenti della Confindustria torinese durante la gestione di Carlo De Benedetti, costituisce un solido anello di collegamento con Fabrizio Palenzona, banchiere di UniCredit, ex presidente ulivista della provincia di Alessandria che Prodi avrebbe voluto candidare in Piemonte contro Ghigo. Segre figura anche tra i promotori nell'autunno scorso della Fondazione "Governareper", è consigliere economico di don Ciotti, il prete torinese fondatore del Gruppo Abele nonché amico intimo di Prodi e consorte.

Nel mondo accademico il punto di riferimento è Franco Pizzetti, il costituzionalista che scrisse per Prodi il discorso dei tre "no" alla controriforma costituzionale di Forza Italia. Nell'orbita prodiana ci sono anche Augusto Barbera, il politologo Gianfranco Pasquino, Stefano Ceccanti, il costituzionalista rampante Sebastiano Vassallo e Andrea Manzella. Poi ci sono i due ex ministri Giovanni Maria Flick (Giustizia) e attuale giudice costituzionale e Valerio Onida (Riforme) fino a poco tempo fa presidente della Consulta, che facevano già parte della squadra di "saggi" che Prodi mise in campo nel 1995. Mentre a Pietro Scoppola, che presiede il comitato che ha varato la "carta dei valori" della Federazione, e a Iginio Ariemma è stata affidata la guida di "Cittadini per l'Ulivo" che, sulla falsa riga dei "Comitati per l'Italia che vogliamo" del '96, costituiranno il punto di riferimento fino alle elezioni del 2006.

Per le questioni di politica estera il ruolo consigliere è affidato a Filippo Andreatta, figlio di Nino e docente di relazioni internazionali all'università di Parma.

In Vaticano, dopo il raffreddamento dei rapporti con la Cei e il cardinale Camillo Ruini, i confidenti di Prodi sono diventati il cardinale Achille Silvestrini, capo della rivista quindicinale dei padri dehoniani "Il Regno", sulle cui pagine Prodi detta la sua linea politica, e il cardinale Attilio Nicotra, presidente dell'Aspa l'associazione che gestisce l'immenso patrimonio ecclesiastico, nonché interlocutore privilegiato durante la stesura della costituzione europea. Mentre sono sempre più intensi i contatti con Celestino Migliore, osservatore permanente del Vaticano presso l'Onu, e con il vescovo di Viterbo Lorenzo Chiarinelli, punto di riferimento nella Cei e organizzatore della "settimana sociale" della chiesa. Chiudono il cerchio il citato don Ciotti e il padrone della comunità "Capodarco" don Vinicio Albanesi.

Le schede

Abbiamo raggruppato le schede, contenenti il programma per le primarie di Prodi e Bertinotti nonchè i famosi “Principi dell’Unione” nei seguenti macrotemi :

Scheda 1: LA PACE

(dai "Principi dell'Unione)

Pace, giustizia e libertà

La promozione della pace, della giustizia e della libertà tra tutte le genti è per noi un obiettivo e un dovere.
La pace fra le nazioni è un valore fondamentale iscritto nella nostra Costituzione. Essa può radicarsi in un mondo più giusto e il mondo sarà più giusto quando chiunque lo abiti sarà messo in condizione di esprimere tutte le sue capacità e sarà libero di scegliere il proprio destino. A questo valore della pace l’Unione resterà fedele e coerente.
Il nostro punto di riferimento è l’articolo 11 della Costituzione. “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tali scopi”.
Le Nazioni Unite, che sosterremo nel loro sforzo di rinnovamento e di adeguamento alla realtà di un mondo profondamente cambiato, sono la fonte della legittimità internazionale.
L’Unione Europea è la realtà attraverso la quale vogliamo essere protagonisti nel mondo.
Il rispetto degli impegni derivanti dai trattati e dalle convenzioni internazionali liberamente sottoscritti è un elemento essenziale della nostra azione, ispirata ai principi della pace e della sicurezza nel quadro del multilateralismo.
Il rilancio delle politiche di cooperazione allo sviluppo costituisce una componente fondamentale di una politica internazionale attenta e sensibile alle esigenze di un più equo e sostenibile rapporto tra il Nord e il Sud del mondo.

Sicurezza, democrazia e lotta al terrorismo

L’Unione considera la sicurezza individuale e collettiva come un bene essenziale che le istituzioni debbono garantire.Questo è tanto più vero in un momento nel quale il terrorismo, nemico dell’umanità intera, porta violenza, distruzione e morte nel mondo.Contro il terrorismo, per contribuire ad un mondo più sicuro e più giusto, per garantire la protezione dei propri cittadini e del proprio territorio nazionale, l’Italia deve promuovere e contribuire ad un’azione comune dei paesi europei e rendersi disponibile ad una stretta cooperazione su scala internazionale che veda partecipi i paesi arabi. Consapevole che nulla valga più della vita, l’Unione è e sarà impegnata con tutte le proprie energie a contribuire a questo sforzo. Il valore della sicurezza non può e non deve, tuttavia, mai essere messo in contrapposizione con il valore fondamentale della democrazia. La società italiana è e vuole restare una società capace di conciliare sicurezza e libertà nella difesa dello Stato di diritto. I valori di libertà, di rispetto della dignità delle persone, di giustizia sociale costituiscono il fondamento stesso della nostra idea di democrazia e della nostra convivenza civile.

Europa

L’Italia è legata all’Europa da una scelta irreversibile.
L’Europa unita, terra di diritti, realtà politica, economica ed istituzionale, offre il quadro di riferimento per lo svolgimento del nostro progetto nazionale, permette di costruire un’area di pace e stabilità che con l’allargamento si va estendendo all’intero continente, garantisce la migliore speranza di incidere sugli equilibri internazionali per edificare un mondo più giusto.
Per l’Italia, interesse nazionale ed interesse europeo coincidono.
Per questo, l’Unione si impegna a promuovere e a sostenere una forte integrazione economica, sociale e territoriale dell’Europa, garantita da istituzioni comuni al fine di far crescere l’occupazione e migliorare la qualità della vita dei cittadini.
In questo contesto, la scelta e la realtà dell’euro sono irreversibili e richiedono una coerente gestione delle politiche economiche nazionali. L’Unione si impegna a favorire l’adozione su scala nazionale ed europea di politiche capaci di assicurare una più forte coesione sociale, di ridurre disparità e disuguaglianze, di contribuire affinché l’Europa si affermi come un’area competitiva e all’avanguardia nell’economia della conoscenza. E’ questa la via per rispondere alle aspettative, alle ansie e alle delusioni dei cittadini europei, per assicurare loro un futuro sostenibile di pace, di giustizia, di progresso e di sviluppo.

Sintesi sulla politica di pace:

PRODI

BERTINOTTI

Scheda 2: LA PRECARIETA’

Sintesi sulla lotta alla precarietà:

PRODI

BERTINOTTI

Scheda 3: LA POVERTA’

Sintesi sulla lotta alla povertà:

PRODI

BERTINOTTI

Scheda 4 - LA POLITICA ECONOMICA

(dai "Principi dell'Unione)

Reagire al declino: Una nuova economia, una nuova qualità ambientale, una nuova società.

L’Italia ha le energie necessarie per superare la crisi. Per tornare a crescere sono indispensabili una grande mobilitazione di tutti gli italiani e un profondo cambiamento capace di tenere insieme l’economia, la società e la qualità ambientale. L’aumento dell’occupazione, il miglioramento delle condizioni di vita, una redistribuzione a favore delle realtà sociali che più hanno sofferto per la perdita del potere d’acquisto costituiscono condizioni essenziali per il rilancio del paese.L’equilibrio della finanza pubblica dovrà essere ristabilito per fornire un quadro sicuro e stabile alle politiche pubbliche, ai consumi e agli investimenti privati rilanciando la competitività del sistema produttivo. Su questi obiettivi sarà definita la corresponsabilità dei diversi livelli di governo e ricercato il più ampio consenso delle parti sociali. L’Unione si impegna a un rapido riorientamento delle politiche fiscali con obiettivi di lotta all’evasione e al sommerso, di equità e progressività, di sostegno alla produzione, al reddito, alle famiglie e alle politiche ambientali. Verranno assunte le iniziative necessarie a contrastare i privilegi legati alla rendita, le rendite di posizione e le distorsioni derivanti dai monopoli pubblici e privati.L’Unione assume la sfida ambientale come occasione per la tutela e la conservazione del territorio e delle risorse naturali a partire dall’agricoltura e come opportunità di innovazione produttiva, di uso razionale dell’energia, di valorizzazione del territorio, di riqualificazione urbana, di espansione dei servizi.Le politiche infrastrutturali e della logistica dovranno essere individuate in un quadro di programmazione e con meccanismi di decisione e finanziamenti partecipati, efficienti e certi. L’Unione proporrà e sosterrà politiche industriali per rilanciare la produttività e qualificare l’impresa di fronte al nuovo ciclo tecnologico, alla necessaria evoluzione della nostra specializzazione produttiva, all’internazionalizzazione.L’assoluta priorità sarà riservata al circuito della conoscenza: all’istruzione, alla formazione lungo tutto l’arco della vita, alla ricerca, al trasferimento tecnologico, all’innovazione.Il lavoro dovrà ritrovare centralità ed essere rafforzato, promuovendo l’occupazione, contrastando la precarietà e sostenendo la qualità professionale. In particolare, dovranno essere mobilitate le risorse della nuova generazione, delle donne e degli anziani con politiche di promozione, di tutela sociale e con programmi pubblici per i servizi e per l’abitazione. Attraverso la progressiva acquisizione dei diritti di cittadinanza potrà venire dall’immigrazione regolare un contributo nuovo al futuro del Paese in termini di crescita, di sostenibilità del welfare, di avanzamento della cultura della convivenza. Sarà di peculiare responsabilità pubblica la garanzia dell’universalismo nella risposta ai diritti e ai bisogni fondamentali degli individui e delle famiglie, a cominciare dall’istruzione e dalla salute. L’Unione si impegna a politiche attive per contrastare le povertà vecchie e nuove e ogni forma di esclusione sociale. Sulla base di questi essenziali riferimenti dovranno essere rinnovate le politiche di welfare per garantirne la sostenibilità, la flessibilità, l’attenzione ai nuovi bisogni e per mobilitare nuove risorse sociali e private.L’Italia di domani dovrà avere, assieme, più politiche pubbliche e più mercato, con una forte attenzione al contributo del volontariato e del mondo del no-profit. Le politiche pubbliche dovranno affermarsi in termini di grande orientamento e di tutela dei beni comuni e delle risorse collettive; il mercato dovrà essere il luogo della trasparenza e delle regole, dello sviluppo dei beni e dei servizi, della presenza attiva dei consumatori.La semplificazione delle regole della Pubblica Amministrazione e dei suoi rapporti con i cittadini è una componente e una condizione di più efficaci politiche pubbliche.

Il Mezzogiorno

Il Mezzogiorno e i suoi giovani sono la grande opportunità del Paese. Il Sud, in una stagione nella quale il Mediterraneo può ritornare protagonista dell’economia e della geo-politica mondiale, è la vera sfida economica, sociale e culturale dei prossimi anni.
L’Unione si impegna per politiche di riequilibrio economico e occupazionale e di coesione sociale. Una nuova stagione della legalità e la lotta contro ogni forma di criminalità organizzata sono condizione essenziale per il rilancio del Mezzogiorno e per la tutela e la valorizzazione del territorio e dell’ambiente.
Nuove conoscenze, nuove competenze e nuova imprenditorialità rappresentano gli investimenti strategici e la migliore speranza per il Sud, per i suoi giovani, per l’Italia.

Sintesi sulle politiche economiche, l’ambiente e i beni comuni:

PRODI

BERTINOTTI

Scheda 5: LA POLITICA FISCALE

Sintesi sulle politiche fiscali

PRODI

BERTINOTTI

Scheda 6: LA POLITICA SUI DIRITTI CIVILI

(dai "Principi dell'Unione)

Costituzione

La Costituzione, i valori fondamentali che la ispirano e i diritti e i doveri che essa definisce sono il fondamento della Repubblica Italiana. L’Unione si impegna a contribuire ad attuare pienamente i princìpi della Costituzione che va difesa, protetta e fatta conoscere come elemento costitutivo dell’identità stessa della democrazia italiana.
E’ la fedeltà ai valori di fondo della nostra Costituzione che potrà permettere di aggiornarla per rispondere alle nuove esigenze della società italiana, garantire una democrazia più efficiente, agevolare nuove forme di partecipazione, rendere il sistema delle istituzioni più equilibrato ed efficace nei rapporti tra Stato, regioni e autonomie locali.

Giustizia e legalità

La giustizia e la legalità sono valori essenziali di una convivenza civile e democratica. Esse sono condizione indispensabile perché il potente e il prepotente non prevalgano, il debole non sia schiacciato, ogni cittadino sia libero dalla paura e tutelato nei suoi diritti, lo Stato di diritto si affermi sempre.
La lotta alla criminalità, alla corruzione e all’evasione fiscale sono un dovere dello Stato e delle istituzioni.
In questo contesto si colloca il diritto fondamentale dei cittadini ad una magistratura autonoma ed indipendente.
Non ci possono essere, tuttavia, né vera giustizia né vera eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge se la giustizia stessa non è amministrata con tempi certi e rapidi.
La certezza del diritto e della sua applicazione è elemento essenziale del vivere civile e dello sviluppo.
La correttezza, la trasparenza e la sobrietà dei comportamenti della politica sono condizione necessaria di una convivenza ordinata e rispettosa e per un rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni.

Bioetica e temi eticamente sensibili: nuovi diritti e nuove responsabilità

Sui temi eticamente sensibili come quelli della bioetica la politica si trova oggi su una nuova frontiera. Essa è chiamata a pronunciarsi con gli atti legislativi richiesti per regolare fenomeni che pongono problemi nuovi alla società e interpellano le coscienze.
Su questi temi, l’Unione si impegna a legiferare con attenzione, fedele al principio della laicità dello Stato, attenta all’equilibrio tra le libertà e le responsabilità delle persone, nel rispetto dei convincimenti etici e religiosi di ciascuno, aperta all’ascolto e al dialogo.
Sul tema dei nuovi diritti e delle nuove responsabilità che emergono in una società che cambia, l’Unione si impegna a promuovere strumenti giuridici capaci di offrire adeguata e giusta tutela alle esigenze della comunità e ai diritti civili e sociali delle persone.

Sintesi sui diritti civili e della persona

PRODI

BERTINOTTI

Nota parziale

Abbiamo volutamente evitato di dare giudizi e valutazioni, anche se possibili. Li rimandiamo dopo l’uscita del testo finale del Programma dell’Unione. Nel frattempo pensiamo di aver fornito, seppure parzialmente, degli strumenti per poter esprimere giudizi e commenti.

Loris Brioschi
Internet, 5 novembre 2005
da "Reds"