Resa pubblica la bozza dello statuto del Partito della Sinistra europea (SE)

Un'impresa comune per l'alternativa in Europa

Si apre la discussione sulla carta fondativa del Partito della Sinistra europea

Il progetto di Statuto del Partito della Sinistra europea, che presentiamo in questo inserto, è il frutto di mesi di confronti, dibattiti e incontri fra i responsabili esteri ed europei dei partiti che hanno animato l'iniziativa per la fondazione del nuovo soggetto politico. Un progetto che, come il Manifesto, verrà discusso all'interno dei vari organismi e poi portato alla discussione del congresso fondativo. La Sinistra Europea è un'idea che parte ben prima di Atene e Berlino. Diverse sono state le occasioni di dibattito fra i partiti della sinistra europea, fra i quali anche l'incontro da noi promosso a Firenze prima del Social forum, con tutti i soggetti della sinistra antagonista europea e molto prima dell'approvazione da parte del Parlamento europeo del regolamento sui partiti.

Si tratta di una proposta aperta. Non solamente perché esistono su alcuni punti delle opinioni differenti, ma perché l'idea di partito che vogliamo costruire vuole essere anch'essa aperta e partecipata. Non la creazione di un agglomerato tecnico-formale per recepire i finanziamenti stanziati dal Parlamento Europeo (fra l'altro del tutto insufficienti e scarsi) quanto la costruzione di un'entità politico-organizzativa viva, che sappia intercettare le domande di cambiamento crescenti in una società europea, sempre più segnata dall'incertezza e dalla precarietà, da un'inquietudine, frutto della spirale guerra terrorismo. Un Partito che anche nel suo definirsi sappia interloquire con l'esterno. Insieme al Manifesto, lo Statuto è uno dei documenti fondativi, sulla cui condivisione si basa l'adesione al futuro Partito della Sinistra Europea. Nel preambolo vengono ripresi il perché e il senso della nostra comune impresa. Il nostro essere comunisti, socialisti, femministi, un soggetto plurale che si pone l'obiettivo di contribuire in Europa alla definizione di un'alternativa all'attuale società capitalistica e modalità di costruzione dell'integrazione europea. Ribadiamo la nostra comune storia e legame alle lotte del movimento dei lavoratori e progressista, alle grandi conquiste sociali ottenute, ma anche il nostro netto e condiviso rifiuto di pratiche e metodi legati allo stalinismo e alle tragedie da esso derivate.

E' uno statuto leggero, un punto di partenza, che vede garantite l'autonomia, l'indipendenza e la sovranità di ciascun partito nazionale. Leggendo lo statuto è davvero difficile sostenere il contrario e motivare con il rischio di perdita di sovranità la non partecipazione a questo progetto. Un punto di partenza che vede un bilanciamento fra organismi classicamente confederali, come il Consiglio dei Segretari e organismi espressione del congresso e più federali, come la Direzione. Si tenta così di costruire un luogo permanente di dibattito, capace di proporre e praticare iniziative politiche concrete sulle tematiche europee, tenendo sempre in considerazione le differenti sensibilità e modalità presenti fra i vari partiti.

Sulla maggior parte del progetto vi è un consenso ampio e diffuso da parte di tutte le forze ad oggi impegnate nella costruzione della sinistra europea. Un consenso non solo sulle forme ma al progetto politico e alla necessità, non più rinviabile per la sinistra di trasformazione, di dotarsi di uno strumento politico per le comuni lotte a livello continentale. Uno strumento in più che contribuisca, insieme al movimento dei movimenti, alla battaglia per l'altra Europa possibile, alternativa al neoliberismo e alla guerra.

Gli articoli che vengono presentati in forma aperta, con due opzioni, sono quindi il frutto di un dibattito all'interno di una comune scelta e opzione politica, su quale livello di federalismo immettere nel partito europeo e sulle forme e i metodi nel processo decisionale. Dopo la discussione che tutti i partiti stanno affrontando in questi giorni su Statuto e Manifesto, sarà il Congresso a cercare una sintesi frutto di un confronto ancora più profondo e partecipato, dentro un percorso che si ribadisce come inclusivo e in alcun modo escludente. Chiunque ancor oggi volesse scegliere di partecipare al processo può farlo con eguale e pari dignità degli altri. Non esistono partiti guida e tutti hanno eguali possibilità e peso nel concorrere alla fondazione della Sinistra Europea.

Uno dei punti più importanti, innovativi ed inediti dello statuto riguarda la proposta di introdurre la sperimentazione di adesioni individuali.

Rifondazione Comunista, insieme agli altri partiti, ritiene necessario poter avviare questa sperimentazione, sia perché in molti dei paesi che si apprestano ad entrare nell'Ue ad oggi non esistono partiti e formazioni della sinistra antagonista, sia per proporre concretamente un terreno su cui avanzare nella costruzione della sinistra di alternativa nei nostri paesi.

L'Europa non è più solamente il luogo di costruzione a-democratica del complesso burocratico monetarista dell'Ue, ma anche uno spazio pubblico di partecipazione e di sviluppo del conflitto di classe e per la trasformazione. Un luogo per battaglie di cittadinanza e per i diritti. Il luogo di grandi appuntamenti democratici e di massa che hanno segnato in questi anni la crescita del bisogno di un'alternativa. E' lo spazio nato dalle giornate di Genova, Firenze e Parigi. E' l'Europa del movimento dei movimenti e delle mobilitazioni per la pace. Noi cerchiamo, con la nascita della Sinistra europea, di contribuire alla crescita e al rafforzamento di questa spinta e di rendere esplicito che esiste la possibilità di un'altra costruzione europea, con al primo posto la pace e la lotta al neoliberismo, fondata sui diritti sociali e la solidarietà, e non il profitto. Di esplicitare che esiste, a sinistra della socialdemocrazia europea e contro le destre populiste e conservatrici, un soggetto della trasformazione e del cambiamento.

Gennaro Migliore
Roma, 4 marzo 2004
da "Liberazione"