PAGINE
DELLA
RESISTENZA
CARATESE

CAPITOLO SECONDO

L'ATTIVITÀ DEL C.L.N. A CARATE

Di pari passo con l'attività partigiana venne costituito a Carate il C.L.N. -Comitato di Liberazione Nazionale composto dall'allora Segretario Comunale Mario Vergani, in qualità di presidente, da Augusto Cesana, cattolico - direttore della Cassa Rurale e Artigiana di Carate da Alfonso Cesana, impiegato comunista, da Guido Cesana, operaio, comunista, da Gianmaria Maj, insegnante elementare, del Partito d'Azione, da Ugo Pozzi, artigiano, socialista; quest'ultimo, avendo maggiori possibilità di azione, manteneva i collegamenti.

L'attività di questo organismo, nato dalla volontà di una lotta comune tra i rappresentanti dei diversi partiti, era molteplice: preordinare, da un punto di vista politico e organizzativo, l'eventuale insurrezione popolare, coordinare la raccolta di fondi per mandare aiuti ai deportati in Germania.

La raccolta di questi fondi, nonostante le gravi ristrettezze economiche in cui, anche per effetto della gravesituazione generale, il paese si trovava racconta il Segretario Comunale Vergani superò ogni aspettativa e meravigliò gli stessi membri del C.L.N. che poterono in tal modo intensificare la loro attività, inviando in Germania numerosi pacchi di viveri e di vestiario.

Il C.L.N., tuttavia, non si adagiò sugli allori di questi primi successi ma, contando fiducioso sulla generosità della popolazione, organizzò successivamente l'invio di vestiario ai partigiani in montagna. Il vestiario veniva confezionato dalla Ditta «Rossi & Meregalli»il cui titolare era il Comm. Severino Meregalli ex-commissario prefettizio al Comune di Carate che provvedeva a recapitarlo nella cantina della Cassa Rurale, dove il direttore Augusto Cesana, ricorrendo a vari stratagemmi, si incaricava di inviarlo a destinazione.

Un ruolo di primo piano svolse, all'interno del C.L.N., l'allora Segretario Comunale Mario Vergani che, conoscendo vita e miracoli dei Caratesi e valendosi dell'autorità del suo ufficio, con il suo atteggiamento bonario e al tempo stesso deciso seppe spesso consigliare nel modo migliore e aiutare concretamente chi si rivolgeva a lui. Contemporaneamente, il Vergani rifiutava la propria collaborazione alle autorità del regime e, nonostante i fascisti chiedessero ripetutamente la lista dei renitenti alla leva, grazie anche all'aiuto dell'impiegata comunale Lina Aliverti, riusciva ad eludere astutamente le loro richieste consegnando un elenco in cui apparivano persone già partite. Riuscì persino, grazie all'aiuto di funzionari prefettizi, ad imporre al Prefetto la scelta di uomini fidati e impedì ad alcuni fascisti di mandare a segno, con basse manovre, la scalata al seggio di Podestà del Comune.

Il compito di mantenere il collegamento coi partigiani e con le varie fabbriche di Carate, per salvaguardarle da eventuali smantellamenti o da tentativi di invii di operai in Germania, era affidato ad Alfonso Cesana, impiegato presso la ditta Formenti, che per la sua ideologia politica trovò sbarrata la strada ad una possibile carriera e perse anzi, nel corso di questa vicenda, il posto di lavoro. Alfonso Cesana si prodigava per mantenere i contatti con la base operativa di cui facevano parte lo studente universitario Carlo Olmini, che operava prevalentemente con gli intellettuali milanesi anti-fascisti della «nuova generazione» e l'operaio Guido Cesana. Sebbene impiegasse gran parte del suo tempo libero nello stabilire i collegamenti con altri dirigenti partigiani, il Cesana trovava modo di dedicarsi con passione e profitto allo studio cosicché la cultura che egli, da semplice autodidatta, si formò in tempi difficili e incerti, costituisce un altro motivo di stima e ammirazione per lui.

Augusto Cesana, fervente uomo di Azione Cattolica, maggiore degli alpini, non aveva nessun legame di parentela con i Cesana già menzionati. Direttore della Cassa Rurale ed Artigiana di Carate, uomo retto e ricco di doti morali, assolveva i suoi compiti di responsabilità con competenza e profonda umanità, tanto che, ancora oggi, i caratesi serbano di lui un ottimo ricordo e un vivo rimpianto. Godendo di grande autorità e prestigio presso i suoi concittadini era spesso chiamato, dopo le ore d'ufficio, ad occuparsi di esecuzioni testamentarie, di divisioni di terreni, di fabbricati e la sua casa era meta di piccoli contadini, artigiani, esercenti che, dinanzi a lui, trovavano il modo di risolvere i loro problemi in modo equo.

Il ricordo lasciato da Augusto Cesana tra coloro che lo conobbero personalmente è quello di un uomo buono, onesto, schivo da ambizioni e immune da tentazioni che la sua posizione potesse procurargli. Frequenti erano gli incontri che Augusto Cesana, accompagnato dall'ignaro figlioletto Giancarlo, aveva a Monza con uomini politici della Resistenza; cattolici, comunisti, socialisti, aderenti al Partito d'Azione e con l'ex-confinato politico Angelo Nobili («Giulio»).

Gian Maria Maj era invece un buon montanarodella Bergamasca, trasferitosi a Carate ad insegnare. Tenente colonnello dei bersaglieri, trattava i suoi alunni con cuore aperto anche se la severità del suo comportamento richiamava un poco la disciplina di caserma. Anche la sua casa, come quella di Augusto Cesana, era meta e punto d'incontro per molti suoi concittadini che lo stimavano per la sua franchezza nel parlare, priva di fronzoli o di sottintesi. Vecchio antifascista, rappresentava il Partito d'Azione ed aveva frequenti contatti con Ferruccio Parri (il leggendario«Maurizio»). Più volte gli venne offerta la candidatura a deputato ma sempre decisamente rifiutò per continuare la sua opera di educatore. Rimase proverbiale presso i suoi allievi l'espressione che egli soleva ripetere per stimolarli allo studio: ... Montanaro o montanino scarpe grosse cervello fino ...

Al momento di costituire il C.L.N. la scelta di uomini onesti, capaci, operosi e franchi non poteva non cadere su questi nomi che erano la garanzia più valida di un buon funzionamento di questo organismo democratico nella clandestinità.

Alla fine dell'anno 1944 i caratesi si preparavano a salutare malinconicamente la conclusione di un altro anno di guerra in un clima di ristrettezze e di sconforto, con bicchieri colmi d'acqua e davanti a una tavola imbandita di quel poco che le tessere annonarie passavano.

Esattamente il 30 dicembre Augusto Cesana era intento con la famiglia a consumare la frugale cena quando si presentarono in casa sua dei provocatori che, spacciandosi per partigiani, chiesero qualcosa da mangiare; ottenuti dei panini imbottiti domandarono armi e, avuta risposta negativa, arrestarono il Cesana sotto gli occhi dei figli ignari e della moglie atterrita.

Simultaneamente, venivano tratti in arresto Alfonso Cesana e Gian Maria Maj. Trasferiti quella notte stessa alle carceri di Monza, furono picchiati a sangue perché parlassero. I briganti neri, intuendo di avere in mano dei pezzi grossi, insistevano per avere ad ogni costo informazioni che facessero di loro dei delatori. Tuttavia, nonostante le violenze, le sevizie, dalla loro bocca non uscì parola; il pensiero era costantemente rivolto alla salvezza dei compagni, della organizzazione e il ricordo delle loro famiglie attenuava il dolore fisico e morale derivante dalle percosse e dagli insulti con cui si tentava di piegare la loro volontà.

Ogni tentativo da parte di conoscenti, di amici per ottenere il rilascio di questi tre prigionieri fu vano; infatti, mentre Gian Maria Maj fu trattenuto per un mese nelle carceri di Monza, Augusto ed Alfonso Cesana venivano fatti proseguire per San Vittore a Milano e di li vennero deportati. Alfonso Cesana fu rinchiuso nel campo di concentramento di Bolzano e poté riabbracciare la propria famiglia solo parecchi giorni dopo la fine della guerra; Augusto Cesana fu invece destinato al campo di eliminazione dei condannati politici di Flossemburg in Germania, dove, il 18 marzo 1945 cessava di vivere a causa delle privazioni e delle malattie contratte.

Luigi Colombo
Carate Brianza, 28 febbraio 1975
Stampatore originale: “Tipo - lito - ripamonti” - Villasanta - Milano
Trascrizione per Internet: Romeo Cerri mail: webmaster@brianzapopolare.it
Versione in formato RTF: 19750201_pagine_resistenza_carate.rtf